Possibilità di controllo su Skype contro la lotta alla criminalità organizzata. Il Ministro dell’Interno Roberto Maroni è in prima linea nel sostenere tale possibilità. Le organizzazioni criminali utilizzano sempre più spesso i sistemi VoIp appunto perchè sanno di non poter essere intercettate. Possono quindi comunicare in maniera indisturbata.
Una canale privilegiato, dunque, per la malavita organizzata. Per questo motivo, Maroni ha chiesto l’intervento dell’Unione Europea. E ribadisce: «Gli affiliati della ‘ndrangheta non parlano più col cellulare o col telefono fisso ma con Skype e questo rende praticamente impossibile l’intercettazione. Non possiamo pensare che la sacrosanta tutela di un brevetto industriale o questioni di privacy forniscano alla criminalità organizzata il modo di eludere qualsiasi intercettazione che non sia quella ambientale».
Intanto il Viminale ha deciso di creare una task force formata da rappresentanti del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, dalla Polizia di Stato, dai arabinieri, dalla Guardia di Finanza e dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, per tentare di trovare una soluzione tecnico-legale alla questione. Non è la prima volta che le forze di Polizia si trovano davanti a tale “limite”. Già qualche anno fa, anche la polizia Tedesca aveva proposto – in caso della mancata collaborazione di Skype – la creazione di “trojan di stato”, ovvero programmi da installare nei pc dei sospetti per intercettarne le comunicazioni.
È intervenuto nella questione anche il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, che ha proposto di inserire appostivi dispositivi nei pc. Oggi in remoto non è possibile invece agire, a meno che l’UE non possa imporre a Skype di rivelare quanto necessario per permettere l’intercettazione mirata delle comunicazioni desiderate.
Non sono della stessa opinione i suoi produttori. Anzi. Qualche mese fa il portavoce di Skype Jennifer Caukin aveva rivelato con orgoglio che, grazie all’architettura peer-to-peer e alla crittografia, il noto sistema di comunicazione VoIP non era intercettabile. Skype, quindi, non sembra voler cedere: «Non possiamo dare il codice per ragioni di privacy e non possiamo fornire la tecnologia necessaria per la decrittazione e l’ascolto delle comunicazioni che avvengono attraverso Skype».