La comunicazione di pubblica utilità tra commodity e strategia

di Gianluca Passaro

28 Gennaio 2009 09:00

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La comunicazione è necessità per ogni aspetto di efficienza ed efficacia gestionale di qualsiasi organizzazione pubblica e privata

Anche il rapporto tra informazione e comunicazione si è arricchito di nuovi parametri: di produzione, da parte dell’emittente, e di nuovo di valutazione, da parte dei destinatari. Parametri creati dal contesto tecnologico e ancora una volta dalle spinte della globalizzazione: accesso praticamente illimitato (dove il limite è nelle barriere linguistiche o tecnologiche) a fonti di informazione, e, insieme, costantemente mediato dalla tipologia dei canali di comunicazione, dove Internet in particolare, mentre si propone in maniera sempre crescente in termini di spazio aperto e collaborativo accentuando le sfumature tra i ruoli di emittente e destinatario della comunicazione (è il modello Wiki dove lo scambio delle parti tra utenti e fornitori di conoscenza è al fondamento di un nuovo ecosistema culturale), modifica ad un tempo i concetti di attendibilità, riconoscibilità, reputazione e identità della informazione.

Anche in questo, strumenti e contenuti della Comunicazione Pubblica sono inevitabilmente chiamati ad un complesso ruolo di mediazione, alla conquista di uno spazio, di una presenza e di una connotazione di identità limitata, oggi (e perché di fatto già le era propria), alle sole funzioni di servizio, agli obblighi di pubblicità e diffusione dell’azione amministrativa.

Una condizione molto ben rappresentata, seppur indirettamente, dalla maggioranza dei periodici censimenti circa le attività (e gli strumenti) di comunicazione nella PA: nei dati ISTAT 2007 ritroviamo che l’esistenza di un sito web istituzionale è pressoché totale nei Comuni con più di 10.000 abitanti; la percentuale scende al 70% nei piccoli Comuni; tra le Amministrazioni che usano il Web come canale massivo di comunicazione il 99% consente agli utenti l’accesso a servizi di visualizzazione e/o acquisizione di informazioni (assolve cioè alle mere funzioni di pubblicità amministrativa, peraltro in linea con la priorità sui servizi di primo livello evidenziate dal Codice della PA digitale). C’è poi la partita dell’e-Democracy, dove evidentemente la dimensione relazionale della comunicazione pubblica rappresenta un elemento distintivo: grazie agli incentivi della programmazione concordata tra Stato, Regioni ed Enti Locali nel 2004 con il bando per la Fase II del piano di e-Government sono oggi circa un centinaio i progetti in via di realizzazione in questo senso. E, infine, l’apertura al Web 2.0, dove il modello aperto di informazione e comunicazione si fa spazio proprio in alcune Amministrazioni territoriali (valga su tutte l’esperienza del Comune di Torino con l’iniziativa “TaggaTO”).