L’OCSE per scienza e innovazione

di Giulia Gatti

30 Ottobre 2008 15:20

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L'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico ha presentato un rapporto che prende in esame le politiche per la scienza, la tecnologia e l'innovazione nei suoi paesi membri e in altri sei paesi

L’OCSE, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, in un recente rapporto ha messo in evidenza la necessità di sviluppare la scienza, la tecnologia e l’innovazione nei suoi paesi membri e in altri sei paesi, tra cui Cina, Israele e Federazione russa. Nel rapporto l’OCSE invita i governi a promuovere scienza e innovazione per garantire la crescita nel lungo periodo.

Il rapporto si intitola «OECD Science, Technology and Industry Outlook 2008» e punta a stimolare i paesi membri dell’OCSE per attuare lo sviluppo di un continuo confronto e legame tra gli organismi pubblici di ricerca e l’industria, mirando anche a rafforzare la cooperazione internazionale.

Secondo il rapporto dell’OCSE, il settore industriale è quello che dà ossigeno a buona parte delle attività di Ricerca e Sviluppo condotte nei paesi OCSE, ma il tasso di crescita si è considerevolmente ridotto dal 2001. Solo per fare un esempio, negli USA sono crollati dal 2,05% del PIL nel 2002 all’1,84% nel 2006 gli investimenti industriali nell’ambito di Ricerca e Sviluppo.

Negli Stati Ue questo tipo di investimenti è invece aumentato, però molto lentamente. Tanto che dal 2002, secondo il rapporto, la crescita al rallentatore degli investimenti industriali ha causato una riduzione del 2% della quota europea.

A fronte di questa analisi che coinvolge USA e Unione Europea, sta il dato relativo ai paesi che emergono dal punto di vista economico, nei quali la quota della spesa globale di R&S è in sensibile aumento. Ad esempio, in Cina per il settore industriale di Ricerca e Sviluppo, gli investimenti sono aumentati ogni anno di circa il 20%.

Secondo il rapporto, i brevetti e le pubblicazioni scientifiche negli ultimi anni sono aumentati grazie allo sviluppo delle economie asiatiche, visto che la quota europea di brevetti introdotti negli USA, in Giappone e nell’UE è diminuita.

Inoltre, in molti paesi dell’OCSE, gli scienziati e ricercatori stranieri danno un grande contributo nei settori scientifico e tecnologico, per cui è necessario lavorare per ottimizzare la mobilità e l’interscambio delle risorse umane.

L’OCSE identifica alcuni punti fondamnetali nel suo rapporto, tra cui una maggiore cooperazione tra aziende straniere e governi e migliori politiche per stimolare e aumentare i talenti locali.
Come esempio di ottimo coordinamento delle scelte politiche nazionali, il rapporto cita la nascita del SER (Spazio europeo della ricerca) nell’UE.

L’OCSE ha sede a Parigi e all’organizzazione aderiscono attualmente 30 paesi, tra cui 22 paesi europei, Stati Uniti e Giappone. La Commissione europea partecipa ai lavori dell’organizzazione con lo status di quasi membro.