Dopo aver applicato il metodo del “bastone e della carota” per combattere l’assenteismo, il ministro per la Pubblica Amministraizone e l’Innovazione propone un sistema originale per rendere trasparente l’attività degli uffici pubblici.
Con la riforma Brunetta ci saranno standard di efficienza uguali per tutti e gli uffici saranno obbligati a comunicare i dati sul proprio operato. I cittadini sapranno tutto quello che accade negli uffici e potranno agire di conseguenza. Proprio in questi giorni, infatti, il ministro è alle prese con la realizzazione di un sistema di difensori civici a garanzia della produttività.
C’è poi l’idea tanto originale quanto pratica degli “emoticons“. Si tratta proprio delle famose “faccine” o “smiles” di derivazione informatica. Brunetta ha pensato che per ogni transazione con la pubblica amministrazione si possa esprimere un giudizio immediato con un sistema intuitivo, che è appunto quello degli emoticons.
Grazie alla raccolta di tutti i simboli assegnati si potrebbe addirittura fare una mappa della soddisfazione dei cittadini, da utilizzare come deterrente. I cittadini potranno quindi agire con un?azione più pesante che dovrà portare al ripristino del servizio o alla rimozione del dirigente. Insomma si potrà finalmente licenziare i responsabili delle inefficienze.
«Voglio dare voce oltre che al cittadino elettore, che parla ogni cinque anni, anche a quello consumatore. A me preme la gente comune. Non voglio fare risparmi, ma dare servizi. È un insulto alla nostra intelligenza che il Paese della Ferrari e della Brembo non debba avere la migliore amministrazione del mondo», ha dichiarato il ministro Brunetta in una intervista.
Tutti i dati presentati finora sull’operato di Brunetta si prestano a una doppia lettura. In alcuni casi c?è stata una maggiore reattività oppure è il segno che prima c?era un lassismo superiore alla media. Qualcuno, quest?estate ha contestato i dati sull’assenteismo (quasi dimezzato rispetto all?anno scorso). «Adesso non li critica più nessuno – dice Brunetta – all?inizio un paio di professorini e qualche sindacato si sono arrampicati sugli specchi, poi con questi dati di settembre che riguardano 2,5 milioni di dipendenti pubblici non ho più sentito nessun lamento. Probabilmente hanno rinunciato».