Il ministro della funzione pubblica Renato Bruneta ha dichiarato questa mattina, durante una trasmissione televisiva, che «il 2009 vedrà una dinamica salariale tra il 6 e l?8 per cento di aumento». Secondo Brunetta, l’aumento in questione «consentirebbe non solo di fare un contratto onesto ai dipendenti pubblici che mantenga il potere d?acquisto, ma anche di elargire premi di anzianità o rendimento.
Brunetta ha voluto poi precisare che «negli ultimi otto anni gli incrementi salariali del settore pubblico sono stati il doppio rispetto a quelli del settore privato: nel privato sono stati al limite dell?inflazione effettiva, nel pubblico invece il doppio dell?inflazione effettiva. Mentre però – ha sottolineato Brunetta – i dipendenti privati lavorano di più e meglio altrimenti perdono il posto di lavoro, quelli pubblici sono pagati di più in cambio di niente, di nessun miglioramento».
Il segretario di Cisl-Fp, Rino Tarelli sostiene invece che «la realtà italiana è quella di un pubblico impiego con gli stipendi più bassi d?Europa. È quella che negli ultimi sei anni registra rinnovi contrattuali soltanto per due. È quella in cui, per gli anni di vacatio contrattuale come il 2008, ci sono solo 8 euro lordi in più nelle buste paga dei lavoratori, pari allo 0,4 per cento dell?inflazione ufficiale. È quella di cifre messe in bilancio per il rinnovo pari al +1,5 per cento, lontane cioè non solo dal +4 per cento reale ma anche dal 3,2 programmato ottimisticamente dal governo».
Sulla stessa linea anche il segretario generale della Fp-Cgil, Carlo Podda. «L?ammontare delle risorse messe in campo per i rinnovi contrattuali dei settori del lavoro pubblico sono pari a 2.340 milioni di euro, che garantiscono aumenti per il 2008 pari a 8 euro lordi mensili pro capite e 65 euro lordi mensili pro capite per il 2009. Sono stati sottratti dalle buste paga di i tutti i lavoratori (anche di quelli meritevoli) 1,7 miliardi e quindi, in virtù di questo provvedimento, tutti i dipendenti subiranno un taglio ai loro stipendi nel 2009 che varia dagli 80 ai 300 euro mensili».
I sindacati non sono d?accordo neppure con i dati sull?assenteismo forniti da Brunetta. Secondo il ministro «solo nel mese di luglio le assenze per malattia sul campione di 300 mila dipendenti sono calate del 37 per cento». E nel futuro andrà sempre meglio, visto che «da settembre la rilevazione sarà per un milione di dipendenti e da gennaio sarà totale».
A questo proposito Brunetta ha anche annunciato la “fase due nella guerra ai fannulloni” con la pubblicazione sul sito del ministero dei primi 100 casi di eccellenza della Pubblica amministrazione. Ma in verità, ha controbattuto Podda, «l’assenteismo è in calo costante da tempo e anche per merito delle organizzazioni sindacali che hanno stipulato accordi che combattono un fenomeno che danneggia i lavoratori che fanno il loro dovere».