Nel mese di novembre dello scorso anno abbiamo illustrato l’iniziativa comunitaria i-2010 “Società europea dell’informazione per la crescita e l’occupazione” dove fra le varie iniziative era illustrata la tematica e-inclusione. Successivamente la Commissione ha divulgato, tramite una specifica comunicazione sull’e-inclusione dal titolo “Partecipare alla società dell’informazione” le finalità agli organi istituzionali e sociali comunitari che andiamo ad illustrare.
La definizione di e-inclusione riconduce ai concetti di democrazia, partecipazione, fruibilità dell’ICT per tutti, in special modo per le persone che si trovano in situazione di svantaggio sociale o personale. Per verificare se gli Stati membri, i produttori di hardware e software, gli utenti e i servizi, hanno migliorato nel tempo le condizioni per una società dell’informazione per tutti, dobbiamo ricordare e quindi analizzare gli obiettivi della Conferenza Ministeriale di Riga su “Le Tic per una società inclusiva” svoltasi nel giugno 2006. In essa si raccomandava specifici interventi della Commissione per la popolazione anziana, sull’accessibilità dei siti a categorie di persone con disagio sociale, nel reperire buone prassi nelle varie Regioni per sviluppare un confronto il più ampio possibile, promuovere l’identità culturale, l’accrescere le competenze digitali e il superare i divari tecnologici geografici.
Ancora molto si deve fare per raggiungere questi traguardi e tramite questa comunicazione la Commissione si è posta due obiettivi:
- una campagna di sensibilizzazione sull’e-inclusione che terminerà con una conferenza ministeriale facendo il punto sullo status quo e rilanciare il tema;
- un piano strategico per rilanciare gli orientamenti espressi a Riga
Il Contesto Europeo
Il documento analizza alcuni osservatori che illustrano gli sviluppi finora ottenuti e il gap ancora esistente per arrivare agli indicatori di diffusione dell’ICT riferiti al 2010.
Primo scenario: l’utilizzo di Internet. L’intento era di dimezzare il divario, in riferimento al suo impiego, fra la media della popolazione UE e i vari strati della popolazione collegati al tema dell’inclusione sociale (anziani, disabili, persone con bassa scolarità, ecc.) oltre che alla differenziazione dovuta alla diversa ubicazione geografica. Questo divario a fine 2006 era ancora significativo: 45% di utilizzo come valore medio (UE a 27 Stati), 10% negli anziani con più di 65 anni, 17% per le persone inattive, 25% per le persone con basso livello di istruzione. A tal proposito, nel rapporto Assinform annuale (2007) l’Italia risulta una delle nazioni in Europa con il più alto tasso di non conoscenza di Internet (56%) e difficilmente gli obiettivi di Riga saranno raggiungibili in breve tempo.
Secondo scenario: la diffusione della Banda Larga. Questo obiettivo è stato parzialmente raggiunto. Siamo quasi all’89% della popolazione UE coperta anche se permangono molte zone rurali e interne non coperte. Il documento auspica, a tal fine, una concertazione nelle politiche regionali fra il fondo FESR e quello rurale FEASR onde creare un sistema di azioni sinergiche e complementari.
Terzo Scenario: l’alfabetizzazione digitale. Anche qui il confronto con la media della popolazione UE e i gruppi a rischio di esclusione sociale nell’ambito delle competenze di base registra un valore del 59% (percentuale della popolazione che le possiede) contro il 17% (anziani), 27% (persone non attive) e il 35% (bassa scolarità).