La televisione rimane la «principale fonte di informazioni per i cittadini», ma si sta trasformando e occorre tenere il passo. Lo ha detto Corrado Calabrò, il presidente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, nella Relazione annuale sull’attività svolta e sui programmi di lavoro, presentata oggi nella Sala della Lupa di Palazzo Montecitorio.
Nello scenario mass-mediatico attuale, gli «aggregatori di contenuti video offerti dagli utenti o i siti di social networking (come YouTube o Facebook) convivono accanto ai grandi players fornitori di contenuti tradizionali e ai produttori di nuovi generi».
«La multimedialità è il comportamento emergente tra i giovani: l’uso dei vecchi media (radio, televisione) si integra con quello dei nuovi media (Internet, pay tv, videofonino, lettori mp3)». La modalità di fruizione preferita è quella “on-demand“, infatti «i ragazzi si appropriano di contenuti audiovisivi durante tutte le ore». Al contrario «gli adulti sono, in genere, ancora legati a orari e eventi standardizzati».
Il PVR (personal video recording) gioca un ruolo chiave nell’avvicinamento alla multimedialità e ai nuovi sistemi tecnologici basati sulla televisione. «Sempre più persone di tutte le età tendono a guardare in video, nell’orario da loro scelto, trasmissioni conservate in memoria che non hanno potuto vedere in diretta», si osserva, in sostanza che la tv prende «i metodi tipici della fruizione, individuale ed elettiva, dei contenuti su Internet».
La tv generalista va progressivamente perdendo audience in favore della cosiddetta “lunga coda“. Si tratta di quella immensa disponibilità di contenuti, magari anche generati dagli utenti, che trova la sua espressione massima attraverso siti come YouTube e che non avrebbe spazio nel palinsesto di alcuna emittente televisiva o lo avrebbe solo in fasce orarie poco accessibili o all’interno di programmi rivolti ad un pubblico di nicchia.
«Nella nuova televisione ? ha detto Calabrò ? si coglie un processo tendenziale di disintegrazione dell’audience dei canali generalisti, di proliferazione dei programmi digitali specializzati, di targetizzazione dell’offerta di contenuti audiovisivi. Dall’inizio del decennio ad oggi, nei grandi mercati televisivi europei, l’emorragia di telespettatori dai canali generalisti va dai 20 punti percentuali del Regno Unito ai 7,5 punti dell’Italia».
Inoltre, dall’analogico si sta passando inesorabilmente al digitale. «In Europa ? ha dichiarato Calabrò ? il passaggio al digitale è in fase di forte avanzamento: nel 2007 si sono registrati 71 milioni di utenti dei servizi di televisione digitale indipendentemente dalla piattaforma (satellite, digitale terrestre, cavo, Ip Tv)». Leader del processo di trasformazione è il Regno Unito, con quasi 22 milioni di utenti digitali, seguito dalla Francia con 16,3 milioni e dall’Italia con 12,5 milioni.