L’Icann, (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers) ha ufficializzato ieri il via libera alla creazione di migliaia di nuovi domini che scatterà dal prossimo anno. Non saranno più soltanto “punto it?, “punto com” o le altre brevi desinenze a cui siamo abituati oggi ad identificare la tipologia di dominio Internet.
A dire il vero si tenderà sempre di più a svincolare l’utilizzo di una particolare terminazione in base ai contenuti del sito Internet o in base ad associazioni di tipo geografico. Inoltre, sarà possibile registrare un sito con un alfabeto diverso da quello romano o con gli ideogrammi appartenenti alla propria lingua.
Attualmente tutti gli indirizzi Web devono terminare con una desinenza scelta tra una ristretta serie di categorie. Grazie a questa decisione, invece, dal prossimo anno si potrà comprare un numero illimitato di indirizzi generici basati su nomi comuni, nomi di compagnie o anche nomi propri.
Il Presidente e CEO dell’Icann Paul Twomey, ha comunque dichiarato che il nuovo sistema sarà sì aperto a tutti, ma che ci sarà comunque una commissione con il potere di bloccare un dominio per «ragioni morali o di ordine pubblico». Per il nuovo sistema, l’organizzazione internazionale ha già speso 10 milioni di dollari per la sperimentazione e la predisposizione, ma sempre a detta di Twomey, conta molto su un recupero dei costi.
Attualmente, oltre la metà dei 162 milioni di domini Internet ha estensione .net o .com, a fronte di circa 250 estensioni disponibili (alcune nazionali, come .it e .fr, e altre tematiche, come .org, .edu e .info). Con il nuovo sistema questa predominanza finirebbe presto per cadere; grandi aziende, città, organizzazioni internazionali, gruppi religiosi, e anche privati cittadini, chiunque potrà avere il proprio indirizzo Internet con il proprio nome come estensione.
Le uniche perplessità riguardano i costi per i richiedenti, che potrebbero salire alle stelle per particolari desinenze strategiche e il problema dei diritti d’autore. Occorerà infatti evitare che una persona registri un indirizzo Internet utilizzando come estensione, per esempio, una marca molto nota o il nome di una celebrità. La speculazione che potrebbe nascere sarebbe inevitabilemente legata ai nomi “famosi” o a quelli che permettono una facile memorizzazione rispetto ai contenuto del sito. L’Icann non ha finora fornito risposte ufficiali, ma di certo non potrà trascurare quella che già molte aziende vedono come una minaccia ai loro introiti.