Mentre in Italia la carta d’identità elettronica è ancora in fase di sperimentazione, la commissione europea pensa già a rendere compatibili tra loro i diversi sistemi scelti da ogni singolo paese.
Quasi 30 milioni di cittadini in tutta l’UE utilizzano la carta d’identità elettronica nazionale per accedere ad una gamma di servizi pubblici: prestazioni di previdenza sociale, assegni di disoccupazione o dichiarazione dei redditi.
I vantaggi offerti dai servizi in linea scompaiono, tuttavia, quando i cittadini provano ad utilizzare una carta d’identità emessa in un paese per accedere ai servizi di un altro paese.
La commissione europea vuole ovviare a questo problema adottando un approccio che non implichi la sostituzione dei sistemi già esistenti. Per questo motivo è pronto un finanziamento di 20 milioni di euro e un progetto da portare a termine in tre anni.
«Le identità elettroniche non rispondono ancora sufficientemente alle esigenze dei cittadini dell’UE quando si spostano da un paese all’altro», ha dichiarato Viviane Reding, commissaria europea responsabile della Società dell’informazione e dei media.
«Promuovendo l’evoluzione dei sistemi nazionali d’identità elettronica e il riconoscimento reciproco delle identità elettroniche tra gli Stati membri, il progetto ci avvicina a quella mobilità senza ostacoli tra i paesi dell’UE, che i cittadini europei si attendono da un mercato unico europeo senza frontiere».
L’iniziativa poggia su un progetto più ampio denominato STORK (Secure idenTity acrOss boRders linKed) che mira ad attuare un sistema europeo di riconoscimento dell’identità elettronica che permetterà alle imprese, ai cittadini e ai dipendenti del settore pubblico di utilizzare la loro identità elettronica nazionale in qualsiasi Stato membro.