I nuovi media e la rivoluzione dell’informazione nella PA

di Marina Mancini

19 Agosto 2008 09:00

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Come cambia il modo di fare informazione in un'epoca in cui le regole sono dettate dalla Rete e dalla nuova concezione di Web 2.0? Cambiamenti che toccano le diverse figure professionali che hanno a che fare in qualche modo con l'informazione

L’informazione degli uffici stampa pubblici e delle aziende private, gli strumenti che cambiano subendo l’evoluzione dettata da Internet e dal Web 2.0, il nuovo modo di fare giornalismo, le prospettive future, il ruolo del giornalista come infomediatore nell’era del citizen journalism e dell’informazione dei blog. Sono questi i temi oggi al centro di un acceso dibattito che coinvolge i professionisti che si occupano di informazione e comunicazione, anche nella pubblica amministrazione. Temi che sono stati trattati in un incontro dal titolo “Nuove tecnologie: blog e giornalismo civico” all’ultimo COM-PA 2007, il salone della pubblica amministrazione e dei servizi al cittadino e alle imprese.

Parlare di “nuovi media” significa pensare subito ad Internet e ad un nuovo modo di fare informazione. Le possibilità del World Wide Web offrono libertà di sapere, dire e ascoltare con immediatezza, a costi bassissimi e con minime conoscenze tecniche. Grazie al Web, la voce dell’informazione è diventata più democratica, cosmopolita ed immediata, trasformando la comunicazione tra chi scrive e chi legge non più a senso unico ma interattiva. Lettore e giornalista si incontrano, integrano e approfondiscono le notizie, le modificano migliorandole, attraverso una libera circolazione di idee. L’internet generation ha quindi diversi modi di informarsi, senza dover attendere l’uscita del giornale; accede con un click ai quotidiani online di tutto il mondo, si aggiorna sulle ultime notizie in qualsiasi momento ed in ogni luogo, accedendo a video, foto e audio dell’evento narrato prima che esso sia sui Tg nazionali.

Internet, la telefonia mobile, gli Ipod, la tv satellitare ed il digitale terrestre concorrono alla diffusione della nuova comunicazione, modificano il modo di fare informazione non solo dei media tradizionali e delle aziende private ma anche degli enti pubblici. «È la dieta mediale che è cambiata, aggiungendo opzioni alla modalità di offerta dell’informazione grazie all’introduzione dei media sociali, che offrono opportunità di partecipazione imponendo nuove forme di linguaggio», a sostenerlo Giovanni Boccia Artieri, dell’Università di Urbino presente al convegno “Nuove tecnologie: blog e giornalismo civico”.