Gestire la complessità con le ICT

di Stefano Gorla

29 Febbraio 2008 09:00

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Gli enti della Pubblica Amministrazione, anche quelli più piccoli, sono organizzazioni complesse, difficili da capire e ancor più difficili da gestire. Ma la tecnologia può venire in aiuto

5. Network organization: il potere delle connessioni consiste nell’apertura verso l’esterno, l’uscita dal “castello” e la connessione in rete genera innovazione.

6. Circoli virtuosi: l’innovazione genera sviluppo e lo sviluppo genera le risorse per investire in innovazione. Nei sistemi complessi come la PA, la causa genera l’effetto, che a sua volta retroagisce sulla causa in una relazione circolare che si auto-alimenta.

7. Learning organization: i sistemi complessi si affidano all’apprendimento per la sopravvivenza, pertanto la pa deve avere l’umiltà di riconoscere l’errore come fonte di miglioramento dell’azione.

Dall’analisi dei principi ne consegue che nella PA è da respingere l’efficienza in nome della quale si compiono scelte che presuppongono il rifiuto della complessità e della marginalità. Qualsiasi fenomeno umano, infatti, dalle scelte di acquisto di un prodotto all’ottemperanza alla legge, si distribuirà secondo una curva gaussiana.

Ma mentre nell’ambito privato è possibile ignorare la parte della curva con marginalità negativa per concentrarsi sulla media e la marginalità positiva, nel pubblico anche chi chiede senza essere in grado di dare alcun contributo deve essere ascoltato.

Il pubblico deve essere identico al privato? La risposta affermativa è sempre più condivisa: si rifiuta la complessità e la marginalità, per concentrasi su obiettivi medi, il cui raggiungimento è premiato anche da incentivi economici.

Ma ciò genera la collisione interna tra i principi costituzionali dell’art. 97. Se il buon andamento lo si trasforma in efficienza (con lo scarto della marginalità) entrano in crisi i principi di imparzialità e di legalità.