Se tutti i software migrano sul Web, non c’è più bisogno di installarli, di configurarli e di aggiornarli. In poche parole, non c’è più bisogno di un professionista che svolga tutte queste mansioni.
A sostenerlo è Input, una società di ricerca USA che ha analizzato l’impatto della SOA (Service-Oriented Architecture) negli enti a stelle e strisce. Il risultato è preoccupante per tutti i lavoratori del settore IT, in particolare per i sistemisti.
La SOA permette di realizzare applicazioni da usare direttamente sul Web, tramite un browser, in sostituzione dei software tradizionali su cd. Stiamo parlando del SAAS (Software As A Service), una tipologia di programmi che ha abbandonato la nicchia per divenire un fenomeno di massa.
Nel caso degli USA, un uso massiccio della SOA è riscontrabile solo nelle organizzazioni governative più grosse, come la NASA, il Dipartimento della difesa e l’FBI, ma anche gli enti più piccoli si stanno dando da fare per sperimentare soluzioni con la nuova architettura.
Niente più lavoro per i sistemisti, dunque? Tutt’altro: secondo Input c’è semplicemente bisogno di un nuovo tipo di professionisti IT, le cui competenze vadano oltre il software tradizionale e siano al passo con la SOA. Non resta che vedere se il ricambio generazionale del settore saprà soddisfare questa richiesta.