Opportunità e limiti
La Regione deve tener conto di limiti e potenzialità che mediante le nuove risorse finanziarie 2007-13 possono determinare un ulteriore salto di qualità, e soprattutto estendere ad una massa critica (cittadini, P.A., centri servizi, ecc…) l’innovazione tecnologica. Dal testo approvato in Consiglio Regionale nel novembre 2006 si evidenziano:
Punti di forza.
Una precedente programmazione atta a implementare l’ICT con atti specifici (Piano di Azione Regionale per la Società dell’Informazione e della Conoscenza).
Realizzazione di sperimentazioni di progettualità avanzate per i sistemi distrettuali e di piattaforme tecnologiche.
Punti di debolezza.
Resistenza al cambiamento piuttosto diffusa verso nuove modalità di lavoro supportate dalle ICT (e qui una buona occasione di complementarietà può essere offerta dal FSE con specifici programmi di competenza informatica ben differenziata per tipologia di utenza/servizio).
Tale lavoro di evidenziare le potenzialità/limiti è stato effettuato dai vari Servizi Regionali e tra le linee di priorità è emersa con forza la strategia operativa: Innovazione, ICT e Società della Conoscenza.
Pertanto oltre al necessario legame con il FSE e il diverso investimento tecnologico nelle aree interne, deriva come lo sviluppo equilibrato e sostenibile della Regione, attenta ad un posizionamento di marketing territoriale di alta qualità ambientale e alimentare (Regione OGM-Free e predisposizione dell’ASSAM del marchio Q.M. Qualità Marche, con relativi disciplinari, nei settori produttivi più significativi e nei servizi di agriturismo di qualità), determini anche un collegamento con il FEASR per dotare i territori montani (es. le Comunità Montane) di una rete tecnologica adeguata per una vera efficacia informativa e di servizi al cittadino e alle imprese.
Oggi, infatti, nelle zone collinari e montane persiste una carenza di diffusione di banda larga e delle tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione, causa del fenomeno del “digital divide“. Questo impedisce armonico ed equo sviluppo della popolazione che in un’ottica di ripopolamento delle aree interne (di freno allo spopolamento), non può prescindere dall’offrire a tutti pari opportunità nell’utilizzo di strumentazione tecnologica, anche per possibili sperimentazioni imprenditoriali e formative (FAD).