La globalizzazione ha portato il genere umano in un universo “liquido”, destrutturato e senza riferimenti stabili. Il sociologo Zygmunt Bauman sostiene che vada rivisitata anche la categoria di “società”, considerando la crisi dello Stato-nazione e il solco che si è aperto tra potere e politica. La società è liquida in quanto non mantiene le stesse forme per lungo tempo: ci troviamo in una “rete di connessioni personali” che ci portiamo nel nostro cellulare e da cui possiamo connetterci e riconnetterci premendo semplicemente dei tasti.
In questa realtà viene da chiedersi come lo Stato possa ancora essere definito come il garante delle regole di libertà per lo svolgimento della vita della società dei privati cittadini, ovvero della società civile. La soluzione non può che essere fondata su un sistema condiviso di regole sovranazionali.
Le iniziative di regolamentazione
In Italia, nell’agosto 2006, il Ministro per le riforme e le innovazioni nella Pubblica Amministrazione Luigi Nicolais ha costituito un Comitato consultivo sulla Governance della Rete, formato da otto tra i massimi esperti italiani di Internet, con il compito di assistere il Governo nella predisposizione delle linee di azione italiane sulle grandi tematiche di Internet. L’iniziativa italiana è inserita in un contesto, appunto, transnazionle, come dimostrano i numerosi summit sull’argomento che si sono tenuti in tutto il mondo.
Tra i più interessanti è senza dubbio da citare il forum internazionale di Atene dove, dal 30 ottobre al 2 novembre 2006, sono state discusse le proposte relative a quattro grandi tematiche: libertà di espressione, sicurezza, rispetto delle diversità e accesso per tutti. Riprendendo il lavoro svolto al Vertice mondiale di Tunisi del 2005, si è aperta la discussione su una “Carta dei Diritti della Rete” (“Internet Bill of Rights”) per la quale il Governo Italiano si è impegnato a presentare una bozza al prossimo Forum di Rio de Janeiro nel novembre 2007.