Sono dipendente di un ente locale e nel 2025 compirò 65 anni di età, maturando 42 anni e 2 mesi di contribuzione. Il mio pensionamento sarà obbligatorio o potrò rimanere in servizio fino a 67 anni? In caso, qual è l’iter amministrativo da seguire?
I dipendenti pubblici che operano presso enti locali e hanno raggiunto i requisiti di pensione anticipata per anzianità contributiva (42 anni e 2 mesi), non sono automaticamente obbligati a lasciare il servizio a 65 anni, ma possono scegliere di rimanere in servizio fino al compimento dei 67 anni, l’età di pensionamento di vecchiaia.
Questo generalmente implica la presentazione di una richiesta formale per il prolungamento del servizio rispetto al limite ordinamentale del suo ente.
A seconda della normativa specifica dell’ente e delle risorse disponibili, l’approvazione della domanda di pensione ritardata può essere subordinata a valutazioni interne, soprattutto in relazione ai bisogni organizzativi.
L’ente può infatti accettare o respingere la richiesta, in base alle proprie esigenze, alle coperture finanziarie e alla programmazione sul turnover del personale.
Alcune amministrazioni pubbliche prevedono già alcune eccezioni per trattenere in servizio i dipendenti, ad esempio se ci sono particolari competenze richieste o se il dipendente è coinvolto in progetti strategici. Ad esempio, i contratti collettivi e le regolamentazioni interne degli enti locali possono permettere una deroga al pensionamento al limite ordinamentale dei 65 anni. Ma ad oggi si tratta di pochissimi casi.
Di contro, nel 2025 potrebbero intervenire invece importanti novità introdotte con la imminente Manovra economica, che dovrebbe proprio introdurre forme di flessibilità per rimandare la pensione a 70 anni nella PA, sebbene solo in alcuni casi esempre su base volontaria). Si tratterebbe di un “primo assaggio” della riforma delle pensioni che il Governo dovrebbe mettere a punto nel corso del prossimo anno.
Per assicurarsi di seguire il corretto procedimento, è dunque consigliabile contattare il suo ufficio del personale o il responsabile delle risorse umane, che potrà guidarla attraverso le procedure e le specifiche richieste documentali, valutando le scadenze temporali previste. Si muova almeno qualche mese prima del compimento dei 65 anni.
Per approfondire gli aspetti normativi del caso, consulti la circolare n. 2/2015 della Funzione Pubblica chiarisce le regole sul collocamento a riposo d’ufficio per i dipendenti pubblici quando raggiungono i requisiti per la pensione anticipata.
Un’ultima considerazione: qualora la sua richiesta venisse respinta e lei venisse posto in quiescenza, non subirà comunque penalizzazioni economiche.
Hai una domanda che vorresti fare ai nostri esperti?
Chiedi all'espertoRisposta di Anna Fabi