Se si è invalidi e si lavora per il pubblico impiego non c’è nessuna forma di pensione agevolata dopo 30 anni di lavoro?
Chi lavora nel pubblico impiego e possiede una condizione di invalidità può ricorrere alla pensione agevolata in funzione di diversi fattori, tra cui il grado di invalidità e gli anni di servizio.
Non è invece previsto l’assegno ordinario di invalidità (AOI). L’altra esclusione è quella per la pensione anticipata degli invalidi all’80% che rientrano nella deroga Amato, ossia la cosiddetta pensione quindicenni.
Di contro, chi lavora per la PA può essere posto in quiescenza in caso di invalidità permanente e assoluta.
C’è poi la pensione di inabilità totale, prestazione erogata dall’INPS anche ai dipendenti pubblici che non sono più in grado di svolgere nessuna attività lavorativa a causa di gravi condizioni di salute. Per ottenerla (su richiesta all’INPS) è necessario avere almeno cinque anni di contributi, di cui almeno tre anni nel quinquennio precedente la domanda.
Volendo, c’è anche l’APE Sociale per invalidi civili al 74%, 63 anni e 5 mesi di età e 30 anni di contributi (sono esclusi solo i dipendenti pubblici già titolari di pensioni dirette).
Infine, c’è la maggiorazione contributiva, sempre con percentuale di invalidità superiore al 74%, spettante per ogni anno di servizio effettivamente prestato, fino ad un massimo di cinque anni: al momento della liquidazione pensionisica, viene accreditato un contributo figurativo pari a due mesi per ogni annualità, utilizzabili sia per il raggiungimento del requisito contributivo per la pensione sia per l’aumento dell’importo pensionistico (ma solo per la quota eventualmente ricadente nel sistema retributivo).
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Chiedi all'espertoRisposta di Anna Fabi