Si fa strada sempre più concreta l’ipotesi di Governo, su proposta avanzata dal Ministero della Funzione Pubblica, di trattenere in servizio i dipendenti pubblici fino a 70 anni posticipando la pensione, una scelta volontaria che impegnerebbe gli aderenti in attività di affiancamento e tutoraggio dei nuovi assunti.
Se la misura sarà confermata in Legge di Bilancio 2025, si tratteràcomunque di una misura a costo zero, nel senso che per la quota di personale che resterà in servizio non si procederà al relativo turnover assunzionale.
Pensione dipendenti pubblici: per chi scatta a 70 anni
Non tutti, peraltro, potranno scegliere di andare in pensione a 70 anni: stando alle indiscrezioni di stampa emerse in relazione alla relazione tecnica di accompagnamento alla proposta del Ministero della PA, si tratterebbe di una percentuale minima di posizioni pubbliche interessate al trattenimento in servizio.
Al momento si ipotizza di stabilire un tetto massimo, che in base alla proposta ministeriale potrebbe essere del 10%, da attingere alla spesa pubblcia già programmata per le nuove assunzioni, soprattutto tenendo conto del personale dirigente con un’alta retribuzione.
Per ogni trattenimento in servizio di un dirigente, in pratica, la PA dovrà rinunciare all’inserimento di personale per lo stesso importo di spesa.
Le anticipazioni del Ministro Zangrillo
A scegliere se prolungare gli anni di lavoro, inoltre, non sarà tanto il dipendente – che avrà comunque la possibilità di rifiutare – ma principalmente l’Ente o la Pubblica Amministrazione presso la quale presta servizio.
Il ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo ha spiegato la ratio della misura, da inserire nella Manovra 2025:
Nel costruire il piano di bilancio di medio termine settennale, da inserire nella prossima legge di bilancio, con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti abbiamo ragionato di approfondire l’opportunità di trattenimento in servizio fino a 70 anni. Proprio in virtù del fatto che stiamo assumendo un numero rilevantissimo di persone e tantissimi giovani. La mia proposta è un 10% del turnover.
La nuova misura, sostanzialmente, non sarà uno strumento per ritardare la pensione per tutti i dipendenti della PA che non si sentono pronti a ritirarsi quanto piuttosto un modo per di assicurare un’adeguata formazione all’ingente numero di personale neoassunto, che sarà quindi affiancato da personale più esperto agevolando il passaggio di competenze.
Le posizioni dei sindacati
Critico Pierpaolo Bombardieri, segretario della UIL nazionale, che teme i risvolti penalizzanti della misura, soprattutto per quanto concerne la presunta volontarietà.
Per modernizzare la PA, secondo Bombardieri, bisogna piuttosto seguire la strada delle assunzioni di figure professionali in grado di gestire il cambiamento tecnologico in modo estensivo e autonomo.
continuiamo a sostenere che servono nuove assunzioni, serve riqualificare la pubblica amministrazione, serve a dare la possibilità a lavoratori che sono arrivati a 67 anni di andare in pensione.
Maurizio Landini, segretario della CGIL, la misura sarebbe addirittura una “follia“, nascondendo un’operazione volta solo a ridurre i costi per la PA.
Di fatto, in base alla relazione tecnica della Funzione Pubblica, la misura allo studio non determina maggiori oneri per lo Stato ma anzi garantisce, per il periodo di trattenimento in servizio, una minore spesa.