Nuova ipotesi sul fronte pensioni in vista della Manovra 2025. Il Governo studia un meccanismo per consentire ai dipendenti pubblici di restare in servizio dopo l’età pensionabile abolendo l’obbligo di collocamento in pensione il personale al raggiungimento del limite ordinamentale, e anzi si pensa a incentivare il trattenimento in servizio.
L’anticipazione è del Messaggero, e sarebbe una misura allo studio pensata per evitare la fuoriuscita di troppi dipendenti, magari esperti, a fronte di uno scarso turnover. Evitando così il rischio di impoverire la forza lavoro pubblica ma anche le casse dello Stato.
Come funziona la pensione nel settore pubblico
Attualmente, nel settore pubblico, i dipendenti vanno automaticamente in pensione quando raggiungono il limite ordinamentale, in genere 65 anni, a meno che non abbiamo ancora diritto alla pensione in base ai contributi versati. La norma allo studio consentirebbe invece più facilmente di restare in servizio oltre l’età pensionabile.
La ratio è quella di rallentare le fuoriuscite dal lavoro dei dipendenti pubblici con anzianità ed esperienza. Si tratta di professionalità difficilmente sostituibili in un momento di scarse risorse a disposizione, per cui il settore pubblico non riesce a essere competitivo con il privato nella ricerca di personale qualificato.
Pensione dopo i 67 anni per i dipendenti pubblici
Il meccanismo in preparazione è su base facoltativa e richiederebbe un accordo fra la pubblica amministrazione e il dipendente. In base al quale lavoratore non potrebbe restare in servizio senza il placet del datore di lavoro, che a sua volta non potrebbe trattenere unilateralmente in servizio il dipendente pubblico senza il suo consenso.
Per stimolare i lavoratori a utilizzare lo strumento, non si esclude che vengano anche previsti degli incentivi economici in busta paga. Si tratterebbe, par di capire, di uno strumento simile a quello previsto dal cosiddetto Bonus Maroni, che comporta un vantaggio contributivo per coloro che rimangono al lavoro pur avendo il requisito per la quota 103. O come la disposizione dell’ultimo Milleproroghe che consente ai medici di restare in servizio fino a 72 anni.
Non si conoscono al momento altri dettagli, ad esempio sul modo in cui verrebbe calibrato l’eventuale incentivo, o sulle modalità operative per il trattenimento in servizio oltre l’eta pensionabile.