Tra le novità del Milleproroghe per i dipendenti pubblici c’è la possibilità concessa ai medici di restare in servizio fino a 72 anni ma ci sono anche nuove assunzioni, grazie ai termini prolungati per indire nuovi concorsi, rinnovare contratti a termine a rischio o far fronte a carenze di organico in deroga ai limiti occupazionali ordinari.
Alcune proroghe erano già previste nel testo originario del decreto, altre sono state inserite durante la conversione in legge. Vediamo tutto.
Assunzioni nel Pubblico Impiego 2024
Per le nuove assunzioni restano confermate le seguenti proroghe, già inserite nel testo originario del decreto:
- Guardia di Finanza, anche in sostituzione di personale già cessato: il termine slitta a fine 2024;
- Sicurezza, Difesa e Vigili del Fuoco: proroga a fine anno, per assunzioni a tempo indeterminato;
- Ministero Ambiente: 150 nuove assunzioni entro il 31 dicembre 2024 per le funzioni di commissari agli interventi per il contrasto del dissesto idrogeologico;
- Ministero Agricoltura: scadenza a fine anno per i concorsi già autorizzati per posizioni dirigenziali e non;
- Ministero Cultura: proroga al 30 giugno 2024 per nuove assunzioni, attingendo alle graduatorie;
- Segretari comunali e provinciali, : bandi di concorso con procedura semplificata fino a fine 2024.
Le novità degli emendamenti al Milleproroghe
Fra le modifiche apportate in sede di conversione in legge, segnaliamo le seguenti possibilità di impiego nel servizio pubblico.
- Ministero Interno: fino a fine anno, assunzioni in deroga con contratti a tempo indeterminato destinato a lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità;
- Regione Calabria: nuovi bandi 2024 per contratti a termine full-time e part-time (18 ore settimanali massimo), con accesso prioritario per i tirocinanti rientranti in percorsi di inclusione sociale;
- Regione Sicilia: assunzioni fino al 31 dicembre 2024, anche in part time, di lavoratori precari attualmente impiegati in attività socialmente utili.
Medici in servizio fino a 72 anni
ASL, Ministero della Salute e quello dell’Università possono trattenere in servizio i dirigenti medici e sanitari, esclusivamente su richiesta degli interessati, fino al compimento dei 72 anni e comunque non oltre il 31 dicembre 2025. Stessa regola anche per i docenti universitari che svolgono attività assistenziali in medicina e chirurgia.
La norma è prevista per far fronte alle carenze di organico e per assicurare le necessarie attività di formazione e tutoraggio ai giovani medici specializzandi.
Ci sono una serie di vincoli: i medici che restano in servizio non possono mantenere o assumere incarichi dirigenziali apicali di struttura complessa o dipartimentale o di livello generale. Non solo: per la riammissione in servizio dei medici collocati in quiescenza a partire dal 1° gennaio 2023 devono essere gli interessati a fare domanda, per mantenere la pensione in essere alla quale sommare la retribuzione relativa al nuovo incarico.