Dopo lo sblocco dei fondi in Manovra 2024 (circa 8 miliardi), è stato firmato l’accordo quadro (CCNQ) per la definizione di comparti e aree da sottoporre a rinnovo del contratto collettivo del pubblico impiego per il triennio 2022-24.
Dopo la tornata dei rinnovi per il triennio precedente, conclusasi a fine 2023, si apre dunque una nuova stagione di adeguamenti, che interesseranno i dipendenti e i dirigenti delle Pubbliche Amministrazioni. Sono coinvolti dipendenti e dirigenti di Ministeri, Agenzie, Scuola, Università e Sanità.
L’ipotesi di rinnovo contrattuale sarà operativa in seguito della sottoscrizione definitiva del CCNQ. Il testo (Ipotesi di Contratto collettivo nazionale quadro per la definizione dei comparti e delle aree di contrattazione collettiva nazionale 2022-2024) conferma intanto la struttura attuale dei comparti interessati (Funzioni centrali, Funzioni locali, Istruzione e ricerca, Sanità) e l’assetto delle aree, anche per quanto riguarda le aree della dirigenza.
Per il Ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, si tratta di:
un grande risultato, Un grande risultato non soltanto per l’assoluta rilevanza delle risorse a disposizione ma anche per le tempistiche.
A disposizione ci sono risorse pari a un terzo della Legge di Bilancio, ma le questioni da affrontare sono numerose, come sottolineano i sindacati, a margine della firma avvenuta il 9 gennaio.
A partire dal ritardo da colmare nel rinnovo del contratto nel comparto Istruzione e ricerca. Un altro tema delicato è quella delle sperequazioni retributive e di inquadramento contrattuale per i dirigenti di tutte le aree. Le priorità individuate in Manovra riguardano tuttavia la Sanità, il settore Sicurezza e gli Enti locali.