Una nuova direttiva sul lavoro agile, firmata dal Ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo, lo scorso 29 dicembre, permette ai singoli enti di stipulare accordi individuali a tutela dei dipendenti fragili della PA.
La vera novità è la possibilità di superare il vincolo della criterio della prevalenza del lavoro in presenza, in deroga alle ordinarie regole sullo smart working nel pubblico impiego.
Direttiva sul lavoro agile nella PA
Il provvedimento mira a incentivare l’utilizzo degli strumenti di flessibilità già previsti per legge – compresi quelli di natura negoziale – a beneficio dei dipendenti che documentano:
gravi, urgenti e non altrimenti conciliabili situazioni di salute, personali e familiari.
Per questi lavoratori si configura la possibilità di svolgere la prestazione lavorativa in modalità agile, anche in deroga al criterio della prevalenza dello svolgimento della prestazione lavorativa in presenza.
Significa che il ricorso allo smart working può essere anche estensivo, senza dover prevedere necessariamente la presenza in ufficio per un periodo prevalente.
Come attivare lo smart working per i fragili della PA
Sarà il dirigente responsabile a individuare le misure organizzative necessarie a tal fine, attraverso accordi individuali che vadano nel senso sopra indicato.
Dunque, la vera novità non è tanto la possibilità di ricorrere ad accordi ad personam per concedere il lavoro agile ai dipendenti fragili del pubblico impiego quanto la possibilità, per le amministrazioni, di derogare dal criterio della prevalenza nella definizione dei giorni di smart working concesso.