La busta paga di marzo attesa dai dipendenti pubblici non conterrà l’aumento una tantum della retribuzione previsto dalla Legge di Bilancio, che non sarà incluso nel cedolino NoiPA.
Sullo stipendio del mese, inoltre, è applicata la trattenuta della seconda rata del Bonus Renzi da restituire da parte degli statali che nel 2022 hanno avuto un reddito compreso tra i 15 e i 28 mila euro.
Aumento una tantum
Il cedolino NoiPA di marzo, quindi, non dovrebbe ancora contenere l’emolumento straordinario una tantum pari all’1,5% dello stipendio lordo, da corrispondere per le 13 mensilità relative agli stipendi del 2023. NoiPA, infatti, non è stato ancora autorizzato a liquidare l’assegno una tantum probabilmente per cause tecnico-giuridiche.
Si tratta dell’di una somma accessoria spettante per il 2023, con effetti ai soli fini del trattamento di quiescenza. Il problema sta nella definizione della stessa (emolumento accessorio una tantum) che sta creando problemi interpretativi che frenano le autorità competenti al rilascio dell’autorizzazione per erogarla.
Trattenuta Bonus Renzi
Per quanto riguarda il Bonus Renzi (trattamento integrativo IRPEF) da restituire da parte dei dipendenti pubblici che nel 2022 hanno avuto un reddito tra i 15mila e i 28 mila euro, invece, la cifra viene trattenuta dallo stipendio (consultabile come importo totale dal primo di marzo sul portal NoiPA e da metà mese con caricamento del cedolino cdllo stipendio completo) suddivisa in 8 rate da 25 euro l’una, attraverso un piano di recupero partito con lo stipendio di febbraio 2023 e destinato a protrarsi fino a settembre 2023.