La Pubblica Amministrazione vanta ancora un potenziale attrattivo in ambito occupazionale, grazie anche alle procedure concorsuali semplificate che sembrano richiamare un maggior numero di candidati rispetto a quelle ordinarie. Peccato che poi in molti rinuncino. Un fenomeno reso più evidente dal moltiplicarsi dei concorsi, ai quali si tende a partecipare in parallelo, salvo poi rinunciare magari per un posto più stabile o meglio retributo.
Questo è quanto emerge dal Rapporto Formez PA curato dal Centro studi e attività internazionali, che mette sotto la lente i concorsi pubblici tra il 2010 e il 30 giugno 2022, restituendone un quadro completo e offrendo diversi spunti di riflessione.
L’attrattività del pubblico impiego
Il Rapporto Formez PA sottolinea la persistente attrattività del pubblico impiego in Italia, sebbene con disparità territoriali: se le procedure concorsuali semplificate hanno visto in media 102,3 candidature per ogni posto assegnato, per le procedure ordinarie il numero si ferma a 67.
Identikit degli aspiranti statali
L’età media dei nuovi ingressi nelle PA si alza fino a 36 anni, ma ad aumentare è anche il livello di scolarizzazione dei candidati, tanto che l’80% è in possesso di una laurea. Il 78% delle procedure concorsuali ha richiesto un titolo universitario che nella maggioranza dei casi è stata la laurea di primo livello, seguita dal diploma di laurea di secondo livello (magistrale, specialistica o diploma di laurea).
Il report segnala anche l’elevata partecipazione femminile, con un rapporto di candidati donne risultati idonei pari a 6 su 10.
Profili professionali ricercati
Il 76,9% dei concorsi pubblici presi in esame è stato destinato a reclutare e assumere funzionari, mentre nel 21,5% dei casi l’obiettivo è stato il reclutamento di figure di assistenti e nell’1,6% di profili rientranti nelle diverse categorie di operatori.
Il rapporto di Formez PA mette in evidenza la persistente difficoltà a coprire il fabbisogno di profili professionali tecnici o particolarmente specializzati o emergenti, sottolineando come spesso la partecipazione effettiva alle prove non corrisponda alle candidature inviate, che risulta inferiore del 30% rispetto ai convocati per statistici, informatici, ingegneri e architetti.
Il fenomeno rinunce
Molti candidati risultati idonei nella graduatoria finale rinunciano al posto ottenuto. Un fenomeno dovuto a diversi fattori:
- preferenza per posti a tempo indeterminato;
- poca attrattività del settore pubblico per profili altamente specialistici;
- difficoltà nella copertura dei posti assegnati nelle regioni settentrionali.
Come si legge nel Rapporto Formez PA:
di questi fattori, quello che meglio spiega il fenomeno delle rinunce dell’ultimo biennio è la tipologia di contratto previsto dai bandi di concorso sopra indicati.
Di fatto, la metà dei rinunciatari risultava vincitrice anche di altri concorsi che, nella grande maggioranza dei casi, permettevano l’accesso a tempo indeterminato.