Cambiano le regole per l’identificazione del fabbisogno professionale da parte delle Pubbliche Amministrazioni, che non dovranno più attenersi meramente alle conoscenze teoriche dei dipendenti ma anche tenere conto delle capacità tecniche e comportamentali: al sapere, quindi, si aggiungono il saper fare e il saper essere.
L’obiettivo delle nuove linee di indirizzo, promosse dai Ministri Renato Brunetta e Daniele Franco e destinate a soppiantare quelle del 2018, è quello di superare l’automatismo nel turnover, facendo in modo che le nuove assunzioni non si basino solo sulla sostituzione di vecchie figure con altre identiche ma siano proiettate sulla trasformazione prevista dal PNRR.
In altre parole, le nuove figure inserite nelle PA saranno meno amministrative aspecifiche e più esperti in settori specifici. Ecco una sintesi delle novità previste dalle nuove linee di indirizzo:
- dalla conoscenza alla competenza: le assunzioni saranno effettuate sulla base delle nuove competenze utili a sostenere le transizioni amministrativa, digitale e ambientale, tra cui figure specifiche come esperti digitali, dell’e-procurement, di project management, di transizione ecologica;
- dal profilo alla “famiglia” professionale: la famiglia professionale è rappresentata da una pluralità di profili di ruolo o di competenza, che variano in base alla complessità dell’organizzazione e che corrispondono all’ambito in cui i dipendenti hanno competenze o conoscenze comuni;
- le “soft skill”: al dipendente pubblico non si chiederà più solo il possesso di nozioni teoriche, ma anche la capacità di applicarle ai casi concreti e di mantenere una certa condotta. Nelle procedure selettive occorrerà valutare, ad esempio, la capacità di innovare le procedure amministrative, di lavorare in squadra e prendere decisioni in modo autonomo. Sono competenze trasversali che saranno valutate nei prossimi concorsi, come previsto dalle nuove norme introdotte con i Decreti-legge 80/2021 e 36/2022.