Gli effetti retributivi del nuovo CCNL dei dipendenti pubblici sono già visibili nella busta paga di giugno, integrata anche con gli arretrati dovuti in virtù dell’incremento stipendiale previsto dal rinnovo del contratto siglato tra ARAN e parti sociali.
Il contratto relativo al periodo 2019-2021 prevede un aumento stipendiale, con le somme arretrate erogate entro il 23 giugno.
L’applicazione degli effetti economici del CCNL coinvolge complessivamente circa 211.000 amministrati: il personale non dirigente appartenente all’ex Comparto Ministeri, le Agenzie Fiscali, gli Enti Pubblici non Economici, gli Enti ex art. 70 del D.lgs. 165/2001 (CNEL, AGID, ENAC-ANSFISA-ANSV).
Il contratto, nello specifico, riconosce a ciascun dipendente e a decorrere dal 1° gennaio 2021 un incremento stipendiale pari a circa 105 euro medi per 13 mensilità, includendo anche le risorse stanziate nella Legge di Bilancio 2022.
Già nel mese di giugno, quindi, sono stati elaborati gli importi arretrati dal 1° gennaio 2019 che riguardano le sole voci stipendiali e gli arretrati dovuti per l’aggiornamento dell’indennità di amministrazione che spetta dal 1° gennaio 2021 ai dipendenti del Ministero della Difesa, del Ministero dell’Interno e dell’ex Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
A partire dalla mensilità di luglio, infine, saranno aggiornati l’importo tabellare degli stipendi e dell’indennità di amministrazione, ma cessa di essere corrisposto come specifica voce retributiva l’elemento perequativo una tantum.