Nuovo Contratto PA in vigore: aumenti, arretrati e lavoro da remoto

di Teresa Barone

Pubblicato 12 Maggio 2022
Aggiornato 4 Dicembre 2022 09:03

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In vigore il nuovo contratto Funzioni Centrali della PA: guida alle novità sul lavoro a distanza, sugli aumenti retributivi e i nuovi scatti stipendiali.

È ufficialmente in vigore il nuovo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per la Pubblica Amministrazione centrale (qui il testo: CCNL Funzioni Centrali PA periodo 2019/2021), in seguito alla firma di ARAN e dalle parti sindacali. Il testo dà ulteriore impulso alle relazioni sindacali e prevede maggiore attenzione verso la formazione del personale, soprattutto nell’ottica di portare avanti la transizione digitale e investire in processi di sviluppo di competenze e qualificazioni professionali.

Riassumiamo in breve cosa cambia, in termini economici e di lavoro a distanza.

Di quanto aumenta lo stipendio nella PA

Per quanto riguarda il trattamento economico, il contratto riconosce a ciascun dipendente un incremento stipendiale pari a circa 105 euro medi per 13 mensilità, includendo le ulteriori risorse stanziate nella Legge di Bilancio 2022 e a decorrere dal 1° gennaio 2021. Grazie a quest’ultima normativa, in particolare, è previsto un ulteriore beneficio complessivo a regime, di circa 20 euro medi al mese a persona, da aggiungersi alla media dei 105 euro di aumento tabellare. Il nuovo contratto collettivo, infine, riconosce anche arretrati contrattuali medi per il periodo 2019-2021, pari a circa 1800 euro lordi IVC per dipendente.

Come funzionano i nuovi scatti stipendiali nella PA

Sono previsti avanzamenti retributivi correlati alle competenze professionali progressivamente acquisite a parità di inquadramento giuridico. Si tratta di aumenti attribuiti attraverso una procedura selettiva che tiene conto delle esigenze di premialità e di inclusività. Possono parteciparvi i lavoratori che negli ultimi 3 anni non abbiano beneficiato di alcuna progressione economica, aspirando a differenziali stipendiali attribuiti previa graduatoria, definita in base a specifici criteri (media delle ultime tre valutazioni individuali annuali conseguite; esperienza professionale maturata; ulteriori criteri definiti in sede di contrattazione integrativa).

Tale modello – sottolinea l’ARAN in una nota – consentirà un maggiore agio nello sviluppo professionale del personale delle pubbliche amministrazioni centrali al fine di valorizzare i più meritevoli ed incoraggiare percorsi di crescita di maggiore qualità.

Come funziona la nuova classificazione del personale

La nuova contrattazione prevede un nuovo sistema di classificazione del personale articolato su quattro aree, una delle quali destinata alle elevate professionalità del pubblico pubblico impiego. Il sistema è articolato in quattro aree, che corrispondono a quattro livelli di conoscenze, abilità e competenze professionali:

  1. Area degli operatori,
  2. Area degli assistenti,
  3. Area dei funzionari,
  4. Area delle elevate professionalità.

All’interno di ciascuna area sono poi individuate famiglie professionali, nell’ambito delle quali vengono definite le competenze caratterizzanti o anche (laddove richiesti) specifici titoli di studio, abilitazioni, iscrizioni ad albi professionali, esperienze lavorative o professionali.

La doppia formula: lavoro agile e da remoto

Nel rinnovo del Contratto PA centrale si regolamenta anche il lavoro a distanza, che si articola in lavoro agile e lavoro da remoto anche di tipo domiciliare (svolto da casa) o tramite altre forme di lavoro a distanza (es.: presso un coworking o da sedi decentrate). Questa tipologia lavorativa viene quindi ufficialmente riconosciuta, superando il momento emergenziale e diventando una modalità ordinaria ed efficace articolazione dell’attività lavorativa.

Infine, si torna a teorizzare la differenza tra lavoro agile e telelavoro, di tipo domiciliare (svolto da casa) o tramite altre forme di lavoro a distanza (es.: presso un coworking o da sedi decentrate). . In entrambi i casi è necessario il consenso del lavoratore e, in via ordinaria, si potranno alternare le forme di lavoro da remoto con quelle in presenza.

Lavoro agile

Il lavoro agile ha natura a sé, vincolato alle direttive delle specifiche linee guida previste in materia, nel rispetto dei diritti indicati nel CCNL e di quelli specifici previsti dalle linee guida e inseriti negli accordi di smart working. Ogni amministrazione, inoltre, si premura di facilitare l’accesso al lavoro agile per chi si trova in condizioni di particolare necessità, senza assere tutelato da altre misure.

Lavoro da remoto

Il lavoro da remoto è soggetto ai medesimi obblighi derivanti dalla prestazione in presenza, con analoghi diritti e doveri contrattali; può essere prestato da un diverso luogo di adempimento della prestazione lavorativa, con l’ausilio di dispositivi tecnologici messi a disposizione dall’amministrazione e svolto nelle forme seguenti:

  • telelavoro domiciliare, che comporta la prestazione dell’attività lavorativa dal domicilio del dipendente;
  • altre forme di lavoro a distanza, come il coworking o il lavoro decentrato da centri satellite.