Firmato in via definitiva il nuovo contratto delle Funzioni Centrali della Pubblica Amministrazione (rinnovo CCNL PA Centrale per il triennio 19/21). Gli aumenti di stipendio, in media da un minimo di 64 euro fino a un massimo di 117 euro (con punte anche di molto maggiori), arriveranno nella busta paga di giugno 2022, spettano anche tutti gli arretrati, fino a 2300 euro, previsti anche per i pensionati.
Vediamo in dettaglio cosa cambia e di quanto aumenta la busta paga per i lavoratori a cui si applicano questi rinnovi contrattuali.
Rinnovo CCNL Funzioni Centrali PA
I contenuti nel nuovo contratto sono stati definiti da Aran, Cgil, Cisl, Uil, Confsal, Cgs e Confintesa e dalle rispettive strutture di categoria lo scorso 5 gennaio, perfezionando la pre-intesa dello scorso 21 dicembre.
I rinnovi contrattuali si applicano per il triennio 2019-2021. Nel testo del nuovo CCNNL, che coinvolge circa 225mila dipendenti statali dei Ministeri, delle Agenzie fiscali e degli Enti pubblici non economici, ci sono però anche tante altre novità, che vanno oltre l’aggiornamento dei minimi tabellari per lo stipendio: nel contratto cambiano tanti aspetti chiave del Pubblico Impiego, dal nuovo ordinamento professionale alla regolazione del lavoro agile, fino alla formazione.
Nuove regole per lo Smart Wrking
Il rinnovo contratto PA contiene anche le nuove regole per lo smart working, introducendo precisi diritti a tutela dei dipendenti e condizioni chiare a garanzia della soddisfazione di cittadini e imprese. Per il lavoro agile nella PA, ad esempio, i dipendenti saranno contattabili per 9 ore. Più in generale:
- ogni amministrazione può programmare il lavoro agile con rotazione settimanale, mensile o plurimensile, tenuto conto che la prevalenza del lavoro in presenza indicata nelle linee guida potrà essere raggiunta anche nella media della programmazione plurimensile;
- le amministrazioni possono avvalersi di Mobility Manager per l’elaborazione dei Piani degli spostamenti casa-lavoro (PSCL) di propria competenza.
Ordinamento Professionale
Nel rinnovo CCNL Funzione Centrale PA c’è anche la Riforma dell’Ordinamento Professionale e un nuovo sistema di classificazione del personale, articolato in quattro aree:
- Area degli operatori,
- Area degli assistenti,
- Area dei funzionari,
- Area delle elevate professionalità.
In ogni Area sono poi individuate le famiglie professionali in base a competenze e titoli di studio, abilitazioni, iscrizioni ad albi professionali, esperienze lavorative o professionali.
Aumenti stipendiali
Per il settore funzioni centrali, gli aumenti di stipendio medi mensili sono pari a 105 euro per 13 mesi (a partire da 90 euro, con un incremento complessivo del 5% di cui il 3,78 % sui tabellari).
Questi aumenti tabellari si aggiungono ai 2mila euro di arretrati (2019/2021) ed ad altri 20 euro in più che derivano dall’utilizzo delle risorse stanziate nella Legge di Bilancio 2022, volte a finanziare il nuovo ordinamento professionale e il superamento dei limiti all’incremento dei Fondi risorse decentrate.
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Progressioni retributive
Con il rinnovo dei contratti nella PA l’attribuzione dei “differenziali stipendiali” (attribuiti tramite graduatoria e correlati alle competenze) diventa una progressione economica all’interno dell’area, con procedura selettiva attivata ogni anno in base alle risorse. L’introduzione dei differenziali stipendiali in sostituzione del precedente modello delle fasce consente di valorizzare l’esperienza e aumentare lo stipendio.
CCNL Funzioni Centrali: aumenti tabellari 2022 e arretrati 2019-2021
Ecco tutti gli aumenti di stipendio in base alle rielaborazioni della CGIL.