Arriva dalla rete Eurydice il nuovo rapporto dedicato agli stipendi e alle indennità percepite da insegnanti e capi di istituto a livello europeo, frutto dell’analisi di 38 sistemi educativi differenti. Lo studio, sulla base dei dati raccolti congiuntamente dalle reti Eurydice e OCSE/NESLI, si riferisce al biennio 2019/2020 e prende in esame le retribuzioni di base degli insegnanti all’inizio della carriera nel mondo della Scuola, così come le loro prospettive di progressione di stipendio.
Dall’analisi sono emerse evidenti differenze tra i Paesi europei negli stipendi annuali degli insegnanti all’esordio della carriera, disparità che possono variare da 5mila a 80mila euro lordi all’anno. In quattro Paesi UE (Bulgaria, Ungheria, Polonia e Romania) lo stipendio dei docenti neoassunti è inferiore a 9mila euro annui, ma retribuzioni molto basse si registrano anche in Albania, Bosnia ed Erzegovina, Macedonia del Nord, Serbia e Turchia.
Per quanto riguarda l’Italia, gli stipendi iniziali dei docenti si collocano nel range tra 22mila e 29mila euro lordi annui, una condizione che li accomuna ai colleghi francesi, portoghesi e maltesi. Le cifre salgono collocandosi tra 30mila e 49mila euro in Belgio, Irlanda, Spagna, Paesi Bassi, Austria, Finlandia, Svezia, Islanda e Norvegia. Stipendi superiori a 50mila euro, invece, si registrano in Danimarca, Germania, Lussemburgo, Svizzera e Liechtenstein, tutti paesi con un PIL pro capite elevato. In Italia, inoltre, il potere di acquisto degli insegnanti è rimasto praticamente invariato negli ultimi cinque anni.
Focalizzando l’attenzione sui dirigenti scolastici, le retribuzioni sembrano aumentare in base alle dimensioni della scuola e sono sia le responsabilità sia l’esperienza a determinare differenze significative nei loro stipendi. In alcuni sistemi educativi, ad esempio, lo stipendio minimo dei capi di istituto è inferiore a quello percepito dai docenti con 15 anni di esperienza, mentre in altri Stati la retribuzione dei dirigenti è sempre superiore. Il gap più evidente riguarda Francia, Romania, Finlandia, Islanda e Italia, dove lo stipendio minimo destinato ai capi di istituto è praticamente il doppio rispetto al compenso di un insegnante con 15 anni di servizio. Tutti i dati completi nel report Eurydice.