Lo smart working per i dipendenti pubblici ha le ore contate: un emendamento al Decreto Covid potrebbe introdurre l’obbligo di Green Pass per questa categoria di lavoratori che di conseguenza potrebbero tornare in ufficio relegando il lavoro agile ad una modalità residuale ed eccezionale. A livello operativo, ampio spazio sarebbe dato ai dirigenti degli uffici e degli enti pubblici in base alle rispettive esigenze organizzative. Il lavoro a distanza rimarrebbe marginale ma comunque fruibile in modalità semplificata (senza accordo individuale) fino al 31 dicembre, dopo di che scatterebbe una nuova regolamentazione da inserire ne rinnovi contrattuali.
Premesso che al momento tutti i condizionali sono d’obbligo (considerata la delicatezza del tema Green Pass ed il necessario confronto politico e sindacale), l’obiettivo di un ritorno alla normalità è stata più volte espressa dal Ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, che punta ad un ritorno in presenza delle attività produttive sia nel pubblico sia nel privato, al fine di potenziare la crescita economica dell’intero Paese.
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L’esigenza di un correttivo alla normativa in vigore è il frutto della constatazione di un utilizzo ancora troppo massiccio dello smart working, nonostante il Dl 56/2021 abbia cancellato le percentuali minime di smart working (60%) da assicurare ai dipendenti impegnati in attività che non necessitano la presenza fisica sul luogo di lavoro.
L’ipotesi al vaglio, sostenuta anche dal ministro della Salute Roberto Speranza, è quella di richiedere la Certificazione Verde Covid-19 a tutti i dipendenti della PA che operano in presenza, come già accade nella Scuola.