Da qui al 2025 la Pubblica Amministrazione italiana avrà bisogno di oltre 741mila nuovi dipendenti, 692mila dei quali saranno chiamati a sostituire coloro che andranno in pensione nei prossimi cinque anni. Secondo le previsioni del Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e ANPAL, relative al fabbisogno occupazionale della PA. Il numero di assunti nel pubblico impiego è al minimo storico da vent’anni a questa parte (3,2 milioni di unità), con un calo del 3,9% che riguarda gli ultimi dieci anni. Sono cifre che collocano l’Italia al di sotto della media europea. Riqualificare la PA e trasformarla in fattore di competitività per l’economia italiana è una priorità, anche sfruttando il Recovery Plan per gestire il turnover dei prossimi anni e selezionare forza lavoro giovane e competente.
Le nuove assunzioni
Nel Decreto Reclutamento, su cui ha fatto il punto in Ministro Renato Brunetta in audizione parlamentare i giorni scorsi, Tali misure sono indicate le modalità speciali per l’accrescimento della capacità funzionale della PA. Il ministro per la Pubblica amministrazione ha sintetizzato i punti chiave del disegno di legge di conversione in legge del dl 80/2021 recante misure urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle pubbliche amministrazioni.
Dobbiamo assumere velocemente i tecnici necessari per la gestione dei progetti del PNRR con un rafforzamento della capacità amministrativa, quindi assunzioni per la transizione digitale e la giustizia. Alla fine del contratto a tempo determinato 3+2, questo verrà considerato titolo valido per una sorta di stabilizzazione del 40% per poter fruire nella Pa di queste competenze.
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Le assunzioni per PNRR e Giustizia
- 500 assunzioni a termine non dirigenziali per la gestione del PNRR (con ulteriori 300 unità selezionabili su graduatoria per motivate esigenze);
- collaborazioni specialistiche a livello centrale e locale per le operazioni più complesse del PNRR;
- 268 nuovi esperti per la transizione digitale articolati in sette squadre operative e dislocati sul territorio;
- 67 unità eventualmente assunte, fino al 31 dicembre 2026, dall’Agenzia per l’Italia digitale;
- fino a 16.500 assunzioni a potenziamento dell’Ufficio per il processo presso il Ministero della Giustizia, nel periodo 2021-2024, in due scaglioni, con contratto di 2 anni e 9 mesi per il primo e di 2 anni per il secondo.
- fino ad ulteriori 326 unità per assicurare la definizione dei processi pendenti al 31 dicembre 2019, analogo reclutamento in due scaglioni.
Il portale unico di reclutamento
Il Portale vedrà la luce entro l’estate con le prime funzionalità e poi andrà a regime, con il rilascio del sistema e la migrazione verso il cloud, entro il 2023 : una piazza per reclutare le professionalità della PA e fotografare in tempo reale le competenze del capitale umano pubblico.
Stiamo realizzando un portale di collocamento tipo Linkedin. Stiamo definendo un protocollo di intesa con gli ordini professionali per avere una collaborazione e trasfusione dei curricula per averli a disposizione. Avremo un portale di offerta e domanda di lavoro. Il portale partirà da settembre e chiederemo a giovani di mandare curriculum e partecipare a questo matching di domanda e offerta.
Roadmap assunzioni PA per il PNRR
- 16.500 per il Ministero della Giustizia, presso l’Ufficio per il processo, per il periodo 2021-2024, con contratto a tempo determinato della durata massima di due anni e nove mesi ed un altro con contratto di due anni;
- 5.410 assunzioni di personale amministrativo non dirigenziale alla Giustizia per il periodo 2021-2026, con contratto a trentasei mesi, dal 1° novembre 2021;
- 1.000 consulenze di esperti digitali per il supporto a Regioni ed enti locali per il PNRR;
- 500 assunti con profilo economico, giuridico, informatico, statistico-matematico o ingegneristico gestionale con concorso semplificato e contratto a trentasei mesi, entro il 2026, da inquadrare nell’Area III, posizione economica F1;
- 268 assunzioni per la transizione digitale e 67 all’AGID.
Regole di reclutamento nella PA
- Per i contratti a termine (36 mesi, rinnovabili fino al 31 dicembre 2026), valutazione dei titoli per le figure ad elevata specializzazione tecnica e la sola prova scritta digitale.
- Per le alte specializzazioni – dottori di ricerca e persone con esperienze di almeno 2 anni in organizzazioni internazionali e dell’Unione europea – iscrizione in elenco sul “Portale del reclutamento”, a seguito di procedura di selezione su valutazione dei titoli ed esame scritto. Le amministrazioni potranno procedere alle assunzioni in base alla graduatoria, mantenendo facoltà di indire procedure concorsuali.
- Per professionisti ed esperti in Albi, sul “Portale del reclutamento” un secondo elenco in base a titoli di qualificazione. Valutazioni in ordine di graduatoria sulla base di colloquio.
Mobilità e carriere
- L’’accesso alle aree funzionariali avverrà con concorso solo per il 50% dei posti. Per il restante, le progressioni saranno interne in base a prove selettive di valutazione della performance, delle competenze e della capacità manageriale e gestionale;
- l’accesso alla dirigenza di 2° fascia avverrà con concorso per il 70% dei posti e per il 30% con progressioni interne basate su valutazioni di merito e competenze;
- l’accesso alla dirigenza di 1° fascia avverrà per concorso;
- nei concorsi per l’accesso alla dirigenza di prima e seconda fascia è stata introdotta la valutazione di capacità, attitudini e motivazioni individuali (c.d. assessment);
- per la mobilità orizzontale è abolita la necessità del nulla osta fatti salvi i casi di posizioni infungibili, personale assunto da meno di tre anni o casi in cui l’amministrazione cedente abbia carenza di organico superiore al 20% nella qualifica corrispondente.
La PA oggi
Come ha sottolineato il segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli, al convegno su “Pubblica amministrazione e impiego pubblico” . La PA italiana ha un’età media di 50,6 anni: il 55% dei dipendenti pubblici ha più di 55 anni contro il 37,3% del totale degli occupati, mentre solo il 4,2% ha meno di 30 anni. Per quanto riguarda la formazione degli statali, 6 dipendenti pubblici su 10 non sono laureati e tra questi ultimi si annoverano poche lauree STEM (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica) e tecnico-professionali. È sempre Tripoli a segnalare il calo esponenziale degli investimenti in formazione: dai 262 milioni di euro del 2008 ai 164 milioni nel 2019. Secondo Excelsior, il 42% del fabbisogno occupazionale della PA dei prossimi anni è rappresentato da figure ad elevata specializzazione, seguite da un 21% di figure tecniche. “Quasi i due terzi della domanda di dipendenti pubblici nei prossimi anni sarà costituita da lavoratori in possesso di un titolo universitario mentre la quota residuale sarà rappresentata per lo più da diplomati”.