Tratto dallo speciale:

Riforma Lavoro Pubblico e pensione anticipata nella PA: novità in arrivo

di Noemi Ricci

14 Maggio 2021 12:40

logo PMI+ logo PMI+
Riforma Pensioni post Quota 100 nella PA e PNRR: il Governo studia lo scivolo Brunetta, nuova ipotesi di anticipata nel pubblico impiego.

Nel pubblico impiego il Governo incentiverà la  pensione anticipata per favorire il ricambio generazionale per un più efficace funzionamento degli uffici della Pubblica Amministrazione. A fronte dell’addio a Quota 100 che scatterà dal 2022, tra le ipotesi allo studio per i dipendenti pubblici c’è infatti il cosiddetto “scivolo Brunetta“. Vediamo in dettaglio di cosa si tratta.

Riforma PA e scivolo pensione

A marzo è stato firmato dal Presidente del Consiglio, Mario Draghi, il Ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, i Segretari generali Maurizio Landini (Cgil), Luigi Sbarra (Cisl) e Pierpaolo Bombardieri (Uil), il “Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale” finalizzato alla modernizzazione del Paese e l’incremento della coesione sociale, sfruttando i finanziamenti del Recovery Fund, confluiti nel Recovery Plan e trasformati in progetti concreti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Tra le finalità del Patto c’è anche quella di potenziare l’Amministrazione Pubblica “svecchiandola”. In tale contesto, insieme alla formazione del capitale umano già impiegato in ufficio, la pensione anticipata diventa un punto centrale della riforma del pubblico impiego per favorire la staffetta generazionale e facilitare l’ingresso negli uffici pubblici di nuove leve e soprattutto nuove competenze.

Lo scivolo pensione incentivato proposto da Brunetta prevede per i dipendenti pubblici la possibilità di andare in pensione a 62 anni. Allo studio ci sarebbe un meccanismo volontario di incentivi all’esodo, destinato a tutti i lavoratori del settore pubblico prossimi all’età pensionabile, in particolare i dipendenti con professionalità non più in linea con il nuovo modello di amministrazione statale e locale. Per ovviare al problema delle coperture finanziarie, si sta valutando anche l’introduzione di un meccanismo di penalizzazione nell’assegno mensile per coloro che vanno in pensione in anticipo rispetto ai requisiti previsti per la pensione di vecchiaia (attualmente a 67 anni).

=> Riforma Pensioni: si fa strada la Quota 41

In sostanza l’assegno verrebbe calcolato con sistema contributivo, fondamentalmente come già previsto per l’Opzione Donna. Sarebbe una versione “personalizzata” della Quota 100, per certi versi, con la pensione anticipata senza penalizzazioni che riguarderebbe invece alcune categorie meritevoli e con mansioni più gravose, ovvero più esposte a problemi di salute e sicurezza elevati, ad esempio al personale scolastico.