La Pubblica Amministrazione è pronta a rinnovarsi seguendo quattro direttive fondamentali, due delle quali sono basate sul capitale umano e sulla digitalizzazione. Questo è quanto emerge dal documento contenente le “Linee programmatiche” della PA, che segue l’Audizione in Commissioni riunite del Ministro Renato Brunetta. Inserendo la Riforma nel Recovery Plan italiano (PNRR – Missione 1), l’obiettivo è di rinnovare la PA per restituire autorevolezza e valore alla comunità di lavoratori del settore, focalizzando l’attenzione anche sul ricambio generazionale e sulle modalità di ingresso di nuove risorse.
=> Concorsi pubblici: 4.536 posti nel 2021
Per quanto concerne l’accesso alla Pubblica Amministrazione, il dicastero si propone di favorire un rapido ricambio generazionale: l’età media dei dipendenti pubblici è di 50,7 anni, mentre il 16,9% del totale ha più di 60 anni e soltanto il 2,9% ne ha meno di 30.
Tra il 2019 e il 2020 la Pubblica Amministrazione ha perso circa 190mila dipendenti. Entro i prossimi tre-quattro anni si prevede l’uscita di altre 300mila persone. Nel 2021, per la prima volta, ci saranno più pensionati ex dipendenti pubblici (3 milioni) che dipendenti pubblici attivi.
Anche i percorsi di accesso saranno sottoposti a procedure di innovazione e rinnovamento, a partire dall’abbandono del modello dei concorsi centralizzati con graduatorie a scorrimento e durate pluriennali, ritenuti incompatibili con le esigenze delle amministrazioni di reclutare in modo rapido e garantendo le pari opportunità.
I percorsi di selezione saranno resi digitali, trasparenti e meglio focalizzati sulle esigenze e i fabbisogni delle singole amministrazioni centrali e locali, anche mutuando modelli all’avanguardia utilizzati nelle organizzazioni internazionali e facendo confluire gli stessi sul portale unico per il reclutamento, che sarà l’infrastruttura tecnologica di gestione dei concorsi, comprese le singole prove concorsuali e che, in un’ottica di complementarietà, sarà finanziato con le risorse del PON Governance, per consentirne l’immediata operatività dopo l’avvio del PNRR.
Allo stesso tempo, saranno introdotti percorsi ad hoc destinati a selezionare i migliori laureati (anche con dottorati) e i profili con le più alte qualifiche, anche tecniche (ingegneri, architetti, geologi, chimici, statistici, ecc.) e gestionali (project management, pianificazione, progettazione e controllo, performance e risk management, gestione di risorse umane e finanziarie, policy design, comunicazione digitale, gestione e rendicontazione dei progetti finanziati a valere sui fondi UE, ecc.) favorendo anche l’accesso da parte dei talenti che lavorano nel privato, in organizzazioni internazionali, in università straniere o presso soggetti pubblici e privati all’estero.
Un’ultima considerazione contenuta nelle Linee Programmatiche:
per rafforzare il ricambio generazionale e l’immissione di giovani con nuove competenze, si potrebbe ipotizzare un meccanismo volontario di incentivi all’esodo di persone vicine all’età pensionabile e con professionalità non adeguate a cogliere la sfida dell’innovazione tecnologica o non più motivate a rimanere nel settore pubblico.