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Lavoro agile nella PA: ecco cosa cambia

di Anna Fabi

7 Settembre 2020 07:55

Cambia l’organizzazione del lavoro agile nella Pubblica Amministrazione: meno Smart Working da casa, più spazi condivisi.

La Pubblica Amministrazione è destinata a cambiare e subire una progressiva riorganizzazione in funzione dell’emergenza sanitaria, che prosegue determinando una fase ancora delicata in Italia. Passata la fase 1 e 2, in pratica, si tratta ora di mettere a sistema una nuova modalità di attuazione della prestazione lavorativa che sia di tipo strutturale, in linea però con i reali modelli operativi del lavoro agile, basato sul concetto di flessibilità e di lavoro per obiettivi, non sul semplice lavoro a distanza, e neppure necessariamente da casa.

Se finora il lavoro agile nella PA è stato svolto soprattutto da remoto, da ora in avanti lo Smart Working sarà meno massivo e con differenze determinate anche dai dirigenti, cui faranno capo l’organizzazione e l’individuazione delle attività che si potranno svolgere in modalità agile. Dunque, non lavoro da casa “per tutti” ma gestione flessibile di tempi e attività in base alle funzioni, alle attività, alle persone.

Ad annunciarlo è Fabiana Dadone, a capo della Funzione Pubblica, durante un intervento televisivo ad Agorà Estate su Rai 3.

Sarà il vero lavoro agile che viene applicato anche agli altri Paesi europei.

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In base anche alle eventuali risorse che arriveranno dal Recovery Fund, si cercherà dunque di riorganizzare una parte dei lavoratori. Secondo quanto affermato da Dadone, inoltre, lo Smart Working a regime nella PA sarà basato sui risultati e sarà un lavoro agile che non prevede cinque giorni su cinque a casa.

Una gestione di spazi comuni, magari anche la possibilità di uno o due giorni a settimana di lavoro non necessariamente tra le mura domestiche. Stiamo pensando a luoghi condivisi come poli dell’innovazione.