Lo Smart Working continua a rappresentare la modalità di lavoro ordinaria nella Pubblica Amministrazione, tuttavia la Fase 2 appena iniziata impone alcune modifiche a quanto stabilito dai precedenti provvedimenti. Per dare supporto concreto ai vari comparti economici che riaprono, infatti, le PA devono organizzarsi in modo da garantire la rapida conclusione dei procedimenti più urgenti già in corso, in aggiunta all’erogazione dei servizi indifferibili che non è mai stata sospesa per il lungo periodo di lockdown.
La nuova direttiva approvata dalla Funzione Pubblica va in questa direzione sottolineando come, per accompagnare la ripartenza di alcune filiere e settori fondamentali dell’economia del Paese (manifattura, edilizia, commercio all’ingrosso), le amministrazioni siano chiamate a ripensare le modalità organizzative messe in campo, basate essenzialmente sul lavoro agile.
Sarà possibile, quindi, decidere rientri limitati di contingenti di personale per poter concludere le pratiche non siano trattabili da remoto e caratterizzate da una certa urgenza.
Allo stesso tempo, la direttiva 3/2020 firmata dal Ministro Fabiana Dadone si propone anche di rendere sempre più efficiente lo Smart Working, invitando gli Enti a potenziare le dotazioni informatiche grazie alle recenti norme di semplificazione, accelerando la digitalizzazione dei procedimenti e focalizzando l’attenzione sulla formazione del personale.