Non c’è traccia dei due bandi di concorso – ordinario e straordinario – attesi per la fine del 2019 che avrebbero dovuto favorire l’inserimento di circa 25mila docenti ciascuno nella scuola italiana. Un ritardo che potrebbe portare, a partire dal prossimo anno scolastico, a un aumento delle supplenze che coinvolgerà circa 250mila insegnanti.
A causa di Quota 100, inoltre, circa la metà del corpo docenti andrà in pensione.
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Per quanto riguarda il concorso ordinario, si prevede uno svolgimento che potrebbe coprire anche tre anni tra la creazione delle commissioni, lo svolgimento delle prove scritte e orali, le correzioni, gli eventuali ricorsi e il conferimento degli incarichi.
Da parte dei sindacati della scuola è evidente la preoccupazione anche per la tempistica relativa al concorso straordinario:
Solo un timing molto stretto può permettere di portare in cattedra, il primo settembre, i 25 mila nuovi docenti del concorso straordinario: entro la metà di febbraio dovrebbero essere presentate le candidature, le prove andrebbero svolte entro l’inizio dell’estate.
A essere atteso, infine, è anche il bando di concorso “Infanzia e Primaria” secondo quanto previsto dal decreto siglato lo scorso giugno, selezione finalizzata al reclutamento di 16959 insegnanti per gli anni scolastici 2020/2021 e 2021/2022.