Il Garante per la Privacy e la Polizia di Stato hanno siglato un protocollo di intesa per prevenire e contrastare il cyberbullismo, adottando iniziative comuni al fine di limitare le forme di aggressione e trattamento illecito dei dati personali relativi ai minori che sempre più spesso si verificano sul Web.
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L’accordo, siglato dal Presidente del Garante per la protezione dei dati personali Antonello Soro e dal Capo della Polizia Franco Gabrielli, si basa sull’avvio di azioni riparatorie a supporto delle vittime di cyberbullismo, tra cui la rimozione dei contenuti online, ma anche su nuove iniziative volte a educare i più giovani sensibilizzandosi sull’uso consapevole del Web anche grazie al supporto delle istituzioni scolastiche.
Secondo l’intesa, il Garante potrà richiedere l’intervento della Polizia Postale per identificare il titolare del trattamento dei dati o il gestore di un sito web, ma anche di un canale social, dove è stato pubblicato un contenuto classificabile come atto di cyberbullismo.
«Il Garante è da sempre vicino ai giovanissimi – afferma Giuseppe Busia, Segretario generale del Garante – non solo perché sono tra i principali fruitori dei servizi web, ma anche perché la tutela dello loro riservatezza e il corretto utilizzo dei dati personali che li riguardano costituisce l’obiettivo primario perseguito dall’Autorità nei tanti casi in cui i minori sono protagonisti dei propri provvedimenti.»
«La tutela dei minori sul web – sottolinea Nunzia Ciardi, Direttore del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni – è una priorità assoluta della Polizia Postale e la tempestività del nostro intervento è fondamentale per evitare che condotte, spesso frutto di superficialità e scarsa consapevolezza, abbiano effetti devastanti per le vittime e le loro famiglie. Questo protocollo sancisce una collaborazione che ormai da tempo la Polizia Postale assicura a tutte le istituzioni impegnate nella prevenzione di un’emergenza che non è soltanto criminale ma, soprattutto, sociale. La nostra attività, infatti, non si esplicita soltanto sul piano repressivo ma anticipa l’azione di contrasto con la predisposizione di incontri educativi per i ragazzi, piani di formazione per gli insegnanti e iniziative di collaborazione con enti pubblici e privati per garantire la sicurezza delle e nelle comunicazioni.»
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