Nell’arco di cinque anni l’80% degli italiani dovrà dotarsi di identità digitale, il sistema Spid attivato al fine di migliorare l’accesso dei cittadini ai servizi digitali della PA. Una previsione ottimista resa nota da Diego Piacentini, il Commissario straordinario per l’Italia digitale intervistato sul quotidiano La Repubblica.
=> SPID: come richiedere l’identità digitale
Utilizzare l’identità digitale, come sottolinea Piacentini, deve tuttavia diventare semplice e vantaggioso per il singolo cittadino nell’ambito di una ricca serie di servizi:
«Il rilascio dei certificati, l’Inps, il pagamento delle multe, le attività con il ministero delle Finanze. Le amministrazioni pubbliche non devono più rilasciare una loro identità, stop a mille Pin diversi. Finora c’è un’incidenza forte nella richiesta da parte di 18enni e insegnanti perché si sono registrati per ottenere il bonus e gli incentivi. La maggior parte delle identità sono rilasciate dalle Poste. In Francia al momento sono due milioni, anche lì la molla è un servizio utile, il controllo dei punti sulla patente. Nel corso del tempo diventerà per le persone un’abitudine quotidiana.»
Ma cosa si cela dietro il digital divide ancora molto evidente nella penisola?
«Una ricerca del Politecnico di Milano – prosegue Piacentini – dimostra che uno dei motivi principali di arretratezza digitale è il bias, il pregiudizio percettivo dei cittadini nei confronti dello Stato. I cittadini, tutti noi, non crediamo neppure sia possibile ottenere servizi online. E dunque andiamo allo sportello di persona. Ci vorrà tempo, efficienza e comunicazione perché le cose cambino».
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