Entro il 30 aprile 2017 i dirigenti pubblici saranno tenuti a rendere pubbliche le informazioni patrimoniali, secondo quanto previsto dal Freedom of Information Act (FOIA) che impone trasparenza e chiarezza.
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La legge rientra tra i decreti attuativi della Riforma Madia, tuttavia per i dirigenti della PA la pubblicazione dei redditi potrebbe essere una richiesta eccessiva e potenzialmente lesiva della privacy.
Attraverso l’Unadis (Unione nazionale dei dirigenti dello Stato), infatti, sono state presentate diffide e ricorsi al Tar del Lazio per richiedere la sospensione della normativa. Le ragioni sono state illustrate da Barbara Casagrande, segretario generale di Unadis:
«Perché adesso bisogna indicare la casa in cui viviamo, le nostre proprietà, tutti i beni posseduti anche se di famiglia, l’automobile ed ogni altro avere? Noi non ricopriamo incarichi politici. I lavoratori privati non hanno alcun obbligo di pubblicazione dei loro redditi o del patrimonio immobiliare. Ci opporremo con forza a tale provvedimento nel rispetto delle nostre vite, di quella dei nostri familiari e della nostra privacy. Non vogliamo essere il capro espiatorio della politica e degli amministratori pubblici.»
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