A quanto ammontano le risorse sprecate a causa delle inefficienze della Pubblica Amministrazione? Risponde la Cgia di Mestre, che con il report diffuso alla fine del 2016 mette in luce oltre 30 miliardi di euro l’anno di sprechi.
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La Cgia, facendo riferimento allo studio realizzato dal Fondo Monetario Internazionale, sottolinea il netto gap tra il Nord e il Sud della penisola per quanto riguarda sia la quantità sia la qualità dei servizi erogati dalla PA, tanto che sono sette le Regioni del Mezzogiorno a comparire negli ultimi trenta gradini della classifica (Sardegna al 178 posto, Basilicata al 182, Sicilia al 185, Puglia al 188, Molise al 191, Calabria al 193 e Campania al 202).
Guardano in cima alla classifica, dobbiamo comunque attendere fino ala 36esima posizione per trovare una PA italiana, precisamente la Provincia Autonoma di Trento, seguita a breve dalla Provincia Autonoma di Bolzano al 39esimo posto (Valle d’Aosta al 72esimo e Friuli Venezia Giulia al 98esimo). Al di sotto della media UE si collocano Veneto (129) ed Emilia Romagna (132).
«Dagli inizi degli anni ’90 ad oggi – afferma il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo – sono state ben 18 le riforme che hanno interessato la nostra PA. Sebbene le aspettative fossero molte, in tutti questi anni i risultati ottenuti sono stati deludenti. In molti settori la qualità dei servizi erogati ai cittadini e alle imprese è diminuita e nonostante l’avvento del web ci permetta di scaricare molti documenti dal computer di casa, le code agli sportelli, ad esempio, sono aumentate. L’Istat denuncia che, rispetto al 2015, dopo 20 minuti di attesa presso gli uffici comunali dell’anagrafe, oggi la fila si è idealmente allungata di 11 persone e agli sportelli delle Asl addirittura di 18.»
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La PA italiana, tuttavia, presenta alcune eccellenze che la contraddistinguono a livello europeo, come sottolinea il Segretario della Cgia Renato Mason:
«La sanità al Nord, le forze dell’ordine, molti centri di ricerca e istituti universitari italiani presentano delle performance che non temono confronti. Tuttavia è necessario migliorare l’efficienza media dei servizi offerti dalle amministrazioni pubbliche, affinché siano sempre più centrali per il sostegno della crescita, perché migliorare i servizi vuol dire migliorare il prodotto delle prestazioni pubbliche e quindi l’impatto dell’attività amministrativa sullo sviluppo del Paese.»
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