Digitale e lingue straniere nella formazione dei docenti

di Teresa Barone

5 Ottobre 2016 09:00

logo PMI+ logo PMI+
Il nuovo Piano formativo dei docenti, card elettronica e focus su lingue straniere e digitale.

Il Miur ha presentato il piano formativo per gli insegnanti mirato a valorizzarne la crescita professionale e basato su un plafond di risorse pari a 325 milioni di euro.

=> Card formazione docenti: come funziona?

Con la Buona Scuola, infatti, per i docenti la formazione diventa obbligatoria e permanente e anche per quest’anno è prevista la carta da 500 euro utilizzabile per perfezionare l’aggiornamento. Il Ministero si propone di sostenere iniziative formative orientate non solo all’apprendimento delle lingue straniere ma anche al digitale, seguendo un programma che si basa su nove priorità tematiche: lingue e competenze informatiche, scuola e lavoro, autonomia didattica e organizzativa, valutazione e miglioramento, didattica per competenze e innovazione metodologica, integrazione, competenze di cittadinanza e cittadinanza globale, inclusione e disabilità, coesione sociale e prevenzione del disagio giovanile.

=> Scuola digitale: novità al Forum PA 2016

«Il Piano che presentiamo oggi – ha dichiarato il Ministro Stefania Giannini – ci allinea ai migliori standard internazionali. Si tratta di un Piano organico, immediatamente attuabile, che mette al centro lo sviluppo della professionalità dei nostri insegnanti. Con la Buona Scuola investiamo finalmente nel nostro capitale umano. Fino ad oggi i docenti sono stati destinatari di azioni di formazione frammentate, senza un framework di lavoro e priorità nazionali di riferimento. Alla formazione venivano destinate risorse limitate. L’inversione di tendenza è netta: nel triennio 2013-2016 sono stati investiti su questo capitolo appena 18,5 milioni. Oggi ne investiamo 325, solo per i percorsi di formazione. Un sistema educativo di qualità non può prescindere dallo sviluppo professionale dei propri docenti. Si tratta di un obiettivo strategico essenziale. Siamo davanti ad un cambio di paradigma culturale: da oggi ciascun docente sarà inserito in un percorso di miglioramento lungo tutto l’arco delle sua vita professionale. Abbiamo immaginato la formazione in servizio come un ambiente di apprendimento permanente, un sistema di opportunità di crescita costante per l’intera comunità scolastica.»