Gli uffici della PA sono obbligati a segnalare episodi di corruzione e riciclaggio (soprattutto in materia di appalti e finanziamenti pubblici), tuttavia l?adesione a questa normativa sembra molto scarsa, con la conseguenza che la Pubblica Amministrazione aumenta la sua vulnerabilità.
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Lo sottolinea il recente rapporto Bankitalia, che mette in evidenza una possibile strategia utile:
«Un’azione integrata fra i presidi antiriciclaggio e quelli anticorruzione può rappresentare una robusta barriera verso i comportamenti infedeli. In questa direzione, risultano utili lo sviluppo dei rapporti fra la UIF e l’Autorità Nazionale Anti Corruzione (ANAC), che lo scorso anno hanno sottoscritto un protocollo di collaborazione, e le altre iniziative cui l’Unità sta dedicando specifica cura.»
Per quanto riguarda l?evasione fiscale, il report riferisce che sono proprio i reati fiscali a rappresentare un presupposto molto comune nelle situazioni di riciclaccio:
« L’evasione fiscale coinvolge in modo diffuso e trasversale vaste fasce di cittadini, riduce le risorse a disposizione della collettività e delle principali politiche sociali, alimenta l’economia sommersa. La globalizzazione dei mercati favorisce l’evoluzione e il consolidamento degli schemi elusivi, che si avvalgono di transazioni commerciali, interposizioni fittizie, articolate triangolazioni finanziarie, anche su scala internazionale. Ne deriva un quadro di scarsa trasparenza dell’operare economico e un’artificiosa complessità delle transazioni, che contribuiscono a creare un ambiente propizio al riciclaggio dei proventi derivanti anche da altri e più gravi reati.