Ha preso il via il 23 aprile la quarta edizione del concorso “è-book? promosso dall?Associazione Italiana Editori (AIE) e rivolto agli studenti universitari: in paio un bonus da 2mila euro per coprire i costi delle tasse universitarie.
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Il concorso “Fuori lo slogan! Spiega perché il TUO futuro sta nei libri che leggi. E vinci 2mila euro per pagarti la retta universitaria?, lanciato in vista del Maggio dei Libri, è infatti riservato agli studenti iscritti alle università – fino ai 30 anni compiuti – invitati a creare il nuovo slogan della campagna di comunicazione “Il futuro è nei libri che leggi. Perché??, 50 caratteri al massimo che esprimano al meglio in che modo i libri rappresentano strumenti fondamentali per affrontare la vita, sia personale sia lavorativa.
Sono previsti cinque premi da 2mila euro ciascuno da utilizzare per versare le rette universitarie, oppure un bonus da spendere in libri o e-book di valore corrispondente. Per partecipare è necessario compilare il questionario disponibile sul sito dell?AIE e inserire lo slogan formulato, entro il 23 maggio 2014. Sarà una giuria composta da editori a selezionare gli slogan più originali e creativi.
È la presidente del gruppo accademico professionale di AIE, Mirka Daniela Giacoletto Papas, a rivelare ulteriori dettagli sugli elaborati richiesti: «Gli slogan che cerchiamo raccontano perché i libri, la lettura e lo studio sono strumenti determinanti per affrontare la vita, intendendo con questo sia quella professionale e lavorativa -per cui costituiscono un vantaggio competitivo per posizionarsi nel mondo- che non: ci interessa uno slogan che faccia capire perché i libri sono cruciali per costruirsi quegli strumenti culturali che ci accompagnano poi per tutta la vita, ben oltre gli anni dell?università. Non a caso siamo partiti dallo slogan vincitore della scorsa edizione (Il futuro è nei libri che leggi, di Matteo Zocchi), rilanciandolo agli studenti. I recenti dati Nielsen per il Centro per il libro e la lettura ci dicono che oggi solo il 60% dei laureati legge; era il 75% solo tre anni fa. Con questo gioco, che è ben più serio di quanto ci si immagini, ripartiamo dalla consapevolezza degli studenti su cosa – e perché – basare il futuro.»