La Pubblica Amministrazione italiana sembra non voler sfruttare interamente le potenzialità offerte dai social media, almeno a livello locale.
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Uno studio condotto da Blogmeter, leader nel monitoraggio dei social media, ha infatti indagato sulle performance delle Regioni e dei Comuni capoluogo di Provincia, stilando anche la classifica delle realtà territoriali più social.
Lo studio si è basato sull?analisi di oltre 600mila dati prodotti dalle attività di Regioni e Comuni su Facebook e su Twitter, prendendo in considerazione un arco di tempo pari a 6 mesi.
PA su Twitter => cinguettio debole
Se il 48% dei Comuni ha una pagina ufficiale su Facebook, solo il 37% delle amministrazioni cittadine vanta un account su Twitter. Per quanto riguarda le Regioni, inoltre, se ne contano otto su Facebook e nove su Twitter. Il Comune di Torino è senza dubbio il più social, con i suoi 68.000 follower su Twitter e poco meno di 25mila fan sul social network in blu.
È sempre Blogmeter a suddividere in due tipologie la presenza delle PA locali sui social network, distinguendo tra una mera pubblicazione di informazioni di pubblica utilità (modalità di servizio), e l?attività basata sulla ricerca di un coinvolgimento dei cittadini (modalità display).
Vincenzo Cosenza, social media strategist di Blogmeter, mette in evidenza le opportunità che si celano dietro i social network in grado di potenziare la capacità di dialogo con i cittadini.
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«Regioni e i comuni potrebbero sfruttare la grande opportunità di relazione consentita da queste due piattaforme per dar vita ad un dialogo fruttuoso. In questo modo darebbero maggiore senso alla loro presenza in rete. Oggi, invece, nella maggioranza dei casi le Amministrazioni impiegano Facebook e Twitter come estensione digitale dell’Ufficio Stampa, comunicando in modalità broadcast. Capacità di dialogo significa anche rispondere puntualmente e velocemente alle domande poste dagli utenti. E anche in questo caso è possibile fare di più. Oggi su Facebook solo 15 comuni su 57 permettono ai cittadini di scrivere spontaneamente sulla bacheca. Ma quelli che lo consentono presentano bassi tassi di risposta e tempi di reazione agli input dei cittadini molto dilatati. Solo il comune di Milano fa eccezione con 488 risposte date in 18 ore e 48 minuti.»