Non c?è abbastanza tutela sui dati personali degli utenti che utilizzano le App su smartphone e tablet: lo affermano il “Gruppo articolo 29? della UE, riunito per stabilire nuove linee guida volte a garantire la privacy di coloro che utilizzano ogni giorno i dispositivi mobile.
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Le applicazioni, infatti, raccolgono enormi quantità di dati personali inerenti, ad esempio, i dati sulla geolocalizzazione geografica, le foto, le coordinate bancarie, gli indirizzi fisici, con il conseguente rischio di violazione della privacy degli utenti. Pertanto, la UE introduce nuovi obblighi per gli sviluppatori, i produttori dei sistemi operativi e i distributori, che devono garantire la chiara ed esplicita richiesta di consenso al trattamento dei dati degli utenti.
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«Sono richiamati gli obblighi sull’informativa e sul consenso riguardo all’archiviazione di informazioni sui terminali degli utenti, nonché per l’utilizzo da parte delle App di dati di localizzazione o delle rubriche dei contatti. Si raccomandano inoltre alcune “buone pratiche” che devono intervenire sin dalle fasi iniziali di sviluppo delle App, quali l’impiego di identificativi non persistenti, in modo da ridurre al minimo il rischio di tracciamenti degli utenti per tempi indefiniti, la definizione di precisi tempi di conservazione dei dati raccolti, l’impiego di icone “user friendly” per segnalare che specifici trattamenti di dati sono in corso (ad es. dati di geolocalizzazione).»
Così si legge sul sito del Garante della Privacy, che specifica anche come siano state approvate norme più restrittive per la protezione dei dati dei minori ai quali si rivolgono specifiche App mobile: in questo caso la UE ribadisce la necessità del consenso dei genitori.
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Secondo Antonello Soro, presidente dell’Autorità italiana per la privacy, è necessario garantire la piena libertà e informazione degli utenti che utilizzano i dispositivi mobile adeguandosi alla legislazione europea sulla protezione dei dati.
«Spesso tutto ciò avviene senza che l’utente dia un consenso libero ed informato, quindi in violazione della legislazione europea sulla protezione dei dati. La nostra autorità ha dato un contributo significativo all’elaborazione del parere. Le App sono sempre più diffuse e il loro uso, senza un’adeguata definizione di garanzie e misure a tutela dei dati personali, può comportare rischi per gli utenti che le scaricano. Per questo è fondamentale muoversi in tempo.»