Fra le prime, in Italia e in Europa, a dare “il buon esempio” è stata Genova. E in queste ore anche Torino si unisce alla pattuglia di città italiane (Bari, Catania, Palermo) che partecipano al bando europeo, presentato oggi a Bruxelles, per diventare smart cities. Un’iniziativa che vedrà la Ue finanziare con una cifra intorno agli 11 miliardi di euro le 30 metropoli comunitarie che verranno selezionate come “città intelligenti”.
Si partirà con una prima tranche da 80 milioni, si proseguirà con ulteriori stanziamenti nel corso dei prossimi dieci anni. Le smart cities sono in grado di ridurre le emissioni, ma anche di migliorare la qualità della vità attraverso la mobilità sostenibile, il risparmio energetico degli edifici, la produzione di tecnologia. Per farlo, devono presenrtare progetti che coinvolgano una serie di soggetti e istituzioni, dalle università ai centri di ricerca agli enti locali alle aziende private.
«Le città sono centrali per raggiungere l’obiettivo del 20% di risparmio energetico entro il 2020 e per sviluppare un’economia a emissioni ridotte entro il 2050» ha spiegato il commissario Ue all’Energia, Günther Oettinger, e questo è dovuto al fatto che «il 70% dell’energia viene consumato nelle città».
Torino secondo quanto spiegato nei giorni scorsi da Enzo Lavolta, assessore all’Ambiente, intende concentrarsi in particolare su mobilità sostenibile e risparmio energetico (qui, ha già approvato un piano d’azione che impegna a ridurre del 40% le emissioni entro il 2020″. La città ha messo a punto diversi dossier (ad esempio, un piano per rifare i tetti delle case popolari utilizzando pannelli solari), lavora a stretto contatto con Politecnico e Università e una serie di aziende.