20 Megabit per secondo è la velocità nominale massima per gli abbonati ADSL (la tecnologia utilizzata, in realtà, si chiama ADSL2+), ma quanti utenti in Italia, possono dire di navigare realmente con questo bit rate?
A fugare ogni dubbio sulla reale velocità degli abbonamenti ad Internet ci ha pensato Sos Tariffe, il sito che confronta le tariffe dei maggiori operatori di adsl, telefonia mobile, Internet mobile, pay tv, energia elettrica, gas e conti correnti. Grazie alla collaborazione di Tom’s Hardware, portale tecnologico già ricco di diversi test di prodotti informatici, Sos Tariffe ha messo a disposizione un’applicazione che misura l’effettiva velocità di trasmissione e ricezione dei dati da parte dell’utente.
Lo strumento di diagnosi è fornito da Ookla, leader mondiale per lo sviluppo e la fornitura di sistemi di misurazione delle performance della rete. Il test si esegue davvero in poche mosse: basta collegarsi a www.sostariffe.it/adsl/test-velocita, individuare il proprio operatore, inserire il valore nominale della propria adsl come da contratto e la città in cui si vive.
«La velocità dichiarata dai provider molto spesso non coincide con quella effettiva di navigazione – spiega Alberto Mazzetti, amministratore delegato di SoS Tariffe (e lo conferma chi scrive) – grazie allo speed test, sarà possibile tracciare una vera e propria mappa delle reali velocità di connessione in tutta Italia».
Va fatto notare che il test deve essere avviato aprendo meno sessioni possibili ovvero chiudendo qualunque altro programma attivo sul proprio pc per evitare che il flusso di dati scambiati dai software in background vada ad inficiare sulla misurazione. Inoltre occorre essere i soli ad utilizzare la connessione ad Internet (lo scenario di un ufficio, ad esempio, modifica il risultato della prova).
Certo è che, i valori nominali delle connessioni ad Internet utilizzati per pubblicizzare i servizi di connettività dei vari ISP, in media sono molto lontani dalla realtà. Inoltre l’unità di misura dei “bit per secondo” è già di per sé poco trasparente sia perché l’utente medio è abituato a ragionare in termini di byte (8 bit) per navigare o scaricare file, sia perché viene associata a valori teorici di trasmissione che esplicitano solo la velocità di download.
Una linea a 20 Megabit per secondo, ad esempio, corrisponde ad un tasso di download di 2,5 Megabyte al secondo, così come le linee a 8 Megabit sono in realtà abbonamenti che, nella migliore delle ipotesi, consentono di scaricare solo un Megabyte in un secondo. Inoltre, nell’era del web 2.0 con sempre più utenti attivi che generano contenuti per il web, il rispetto da parte degli ISP delle velocità di tramissione in upload non è più un’esigenza secondaria.