«Non possiamo più permetterci di essere distanti dalle tecnologie che consentono la connessione in mobilità, ovvero un’abitudine quotidiana per chi viaggia in tutto il mondo».
Ad affermarlo è stata Michela Vittoria Brambilla, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega al turismo, a margine dell’approvazione in consiglio dei ministri del disegno di legge in materia di semplificazione dei rapporti tra pubblica amministrazione, cittadini e imprese.
In sostanza, tutti gli adempimenti di cui si dovevano far carico i gestori delle strutture ricettive per mettere a disposizione i terminali per la navigazione in rete ai turisti, non saranno più necessari.
Per il ministro senza portafoglio, tale norma semplificatrice è solo il primo passo verso un’estensione completa dell’accesso facilitato ad Internet a tutti gli ospiti, per lavoro o per vacanza, del nostro paese.
È necessario cioè liberalizzare l’accesso ad internet anche al di fuori degli alberghi e cioè negli Internet point e in generale in tutti quei locali dove sia presente un hot spot wireless.
«Il decreto Pisanu, che pure aveva alla base una finalità positiva, ha rappresentato indirettamente un freno alla crescita tecnologica e alla diffusione dei punti di accesso ad internet», ha commentato la Brambilla.
L’osservatorio JiWire sulla disponibilità di connessioni ad Internet in 140 paesi del mondo, in effetti, non vede l’Italia allineata con i numeri degli altri paesi europei come Francia, Germania e Regno Unito e anzi, perfino a Taiwan ci sono più hot spot che nel nostro paese.
I termini del decreto Pisanu scadranno a fine anno e forse non è troppo azzardato pensare che, questa volta, la proroga (sarebbe la terza consecutiva) non ci sarà.