Nel resto del mondo il WiMax è un fenomeno inarrestabile, in Italia qualcuno ha già dimenticato a cosa corrisponde questa sigla. Il blog “oneADSL” ha fatto il punto sullo stato di salute del WiMax italiano e sulle sue prospettive di sviluppo, intervistando Eric Le Bihan, “presidente e CEO” di Freemax, provider Toscano che offre connettività su rete WiMax in Toscana e in Emilia Romagna.
A 2 anni dall’assegnazione delle frequenze per lo sfruttamento della tecnologia wireless a banda larga, il ritardo accumulato sui piani di sviluppo precedentemente annunciati, a causa della crisi economica, ci ha fatto guadagnare l’ultimo posto nella classifica europea delle attivazioni del WiMax. Un ritardo che, secondo Le Bihan, potrebbe essere ridotto molto velocemente «se l’AGCOM e il Governo decidessero di organizzare una vera concorrenza, che dinamizzerà il mercato e creerà dei posti di lavoro, come lo sta facendo adesso Freemax a Livorno».
Nell’intervista il CEO fa il raffronto con le esperienze sul campo degli altri mercati legati al WiMax. Ad esempio cita la compagnia russa “Yota” che, dopo soli 5 mesi di operazioni, è già in profitto.
«È chiaro che l’Italia può prendere una leadership sul
WiMax in Europa perché i paesi come la Germania o la Francia aspettano la cosiddetta “Long Term Evolution“, evoluzione degli standard di telefonia mobile che avverrà solo dal 2013 in poi», continua Le Bihan.
«Se l’Italia accelera adesso, potrebbe addirittura diventare numero uno nel WiMax in Europa», aggiunge. Eppure i pochi utenti che già utilizzano l’hardware WiMax disponibile lamentano ancora una scarsa affidabilità e dei risultati non sempre all’altezza delle
aspettative.
In più ci sono parecchie amministrazioni locali che stanno facendo ostruzione per non avere nuove antenne nel proprio territorio, un problema questo che limita ancora di più la realizzazione delle nuove
infrastrutture. Su questo punto Le Bihan crede al contrario che saranno molti di più i comuni affetti dal digital divide ad essere felici di veder arrivare i provicer WiMax. Poi però aggiunge che un decreto che dimezzasse il tempo necessario alle installazioni sarebbe di grande aiuto.
L’intervista si chiude con la constatazione della necessità di ulteriori tempi per ultimare la costruzione di quella che sarà la prima infrastruttura universale (fissa e mobile), completamente indipendente dall’operatore storico di riferimento.