Dopo aver avuto rassicurazioni dal Tesoro circa il reperimento della prima parte di fondi che verranno investiti in infratrutture, opere civili, software, hardware e progettazione, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha dato il via libera al piano di governo per l’abbattimento definitivo del digital divide.
Nelle stime dell’Ocse, solo il 19,2% del totale degli accessi ad Internet in Italia sarebbe in banda larga. Peggio del nostro paese solo Portogallo, Grecia, Ungheria, Turchia e Messico. Secondo il Rapporto Caio, servono 1,2-1,3 miliardi di euro per offrire al 99% della popolazione una banda larga almeno di 2 Megabit.
Il Governo italiano ha pensato pertanto di mettere sul piatto 1,47 miliardi di euro per azzerare definitivamente il divario digitale, senza scorporo della rete Telecom e senza anacronistiche insistenze sul riciclo della rete in rame già presente. Su quest’ultimo aspetto, il vice-ministro dello Sviluppo economico con delega alle Comunicazioni Paolo Romani, ha spiegato che il governo in futuro punterà a «portare la fibra sino a casa degli italiani (la cosidetta connessione FTTH) offrendo così una connessione a Internet a oltre 50 megabit al secondo», pertanto la rete di nuova generazione (New Generation Network) è solo un obiettivo a medio termine.
Si prevedono quindi investimenti importanti e cambiamenti radicali per le infrastrutture italiane, migrazioni da gestire comunque in diverse fasi. La prima, quella che terminerà con la fine del 2012, darà la possibilità, a tutti gli italiani, di connettersi a Internet ad una velocità compresa tra 2 e 20 Megabit al secondo. Il piano del governo ha messo in conto opere civili per 763,85 milioni, la fornitura di software e hardware (comprese installazioni e collaudi) per 617,66 milioni e attività di progettazione del valore di 89,81 milioni. I fondi europei integreranno eventuali lacune, soprattutto nelle aree rurali con problemi di sviluppo.
Con lo sblocco dei primi 800 milioni si pongono le basi per l’eliminazione di un problema, quello dell’accesso alla banda larga, che riguarda 12 italiani su 100, pari a circa 7 milioni di cittadini. Indubbiamente troppi.