Piano telematico della Regione Marche

di Stefano Pierini

17 Dicembre 2008 09:00

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La Regione Marche ha avviato un Piano Telematico Regionale per lo sviluppo della banda larga ed il superamento del digital divide. Vediamo in dettaglio di cosa si tratta

Sono risultati complessivamente 147 con deficit di copertura, (con maggior estensione nella provincia di Macerata) rientranti nella tipologia del “Digital Divide” di prima generazione, cioè non disponenti di connessione di base (2/4 Mbps) e in funzione delle tipologie di intervento sono stati suddivisi con questa classificazione:

  • 70 comuni con priorità di primo livello (copertura 4 Mbps e/o 640 kbps inferiore al 95% della popolazione) che necessitano di completamento o potenziamento della rete wired;
  • 54 comuni con priorità di secondo livello (con copertura a banda larga 4 Mbps inferiore al 95% della popolazione ma che grazie alla connettività a 640 kbps la copertura totale è superiore al 95% della popolazione);
  • 23 comuni con priorità di terzo livello (copertura a banda larga 4 Mbps maggiore del 95% esclusi i comuni a copertura totale).

In totale vi sono 40 comuni che sono del tutto privi di copertura a banda larga e fra essi vi sono anche località turistiche (es. Visso, Montefiore sull’Aso, Carpegna, ecc..) che potrebbero notevolmente avvantaggiarsi con l’estensione di tale servizio in ambito turistico e di diffusione dei beni architettonici e paesaggistici che li caratterizzano. Un’ulteriore suddivisione legata alle dotazioni tecnologiche presenti nel territorio articola la Regione in 4 aree, le quali possono differenziarsi per la loro diversa potenzialità di offrire servizi alle imprese e di essere luogo di insediamenti anche occupazionali:

  • Area infrastrutturale. N. 12 comuni che rappresentano il 31% della popolazione coperta. (presenza di servizi di ADSL2+, servizi satellitari, presenza di operatori privati, ecc…);
  • Area wholesale (aree dove sussistono rivendite a terzi di servizi di connessione di Telecom Italia). Presenti anche servizi satellitari, è l’area più diffusa con 171 comuni e il 59% della popolazione;
  • Area wireless con 23 comuni, ubicati essenzialmente nelle province di Ancona e Macerata ove sono comunque presenti tutti i 5 capoluoghi di provincia (oltre ai 2 citati, anche Pesaro, Ascoli Piceno e Fermo);
  • Area no broadband. Offerte disponibili solo quelle satellitari che oltretutto sono anche costose. Corrisponde ai 40 comuni privi di banda larga.

Struttura organizzativa

Per la gestione, verifica e coordinamento delle azioni del piano si avrà:

  • Una struttura regionale di coordinamento, rappresentata dalla P.F.Fnformatica
  • Una direzione amministrativa
  • N. 3 direzioni con funzioni operative (direzione tecnica, direzione territorio, direzione operatori)

Il piano inoltre cita, a mo di supporto conoscitivo ed esempi di buona prassi, alcuni interventi pubblici nazionali promossi dalle Regioni Emilia Romagna, Sardegna, Piemonte, Abruzzo, oltre al programma banda larga di Infratel e quale integrazione di intervento descrive le infrastrutture civili presenti nelle Marche e il loro grado di idoneità rispetto ai progetti di telecomunicazione. Sono poi presenti 6 allegati (tecnologie prevalenti per la banda larga, casi di intervento pubblico a livello internazionale, elenco dei comuni che hanno adottato tecnologia wireless, ecc…) a completamento dello scenario della banda larga regionale.

In sintesi dal piano approvato con una sua logica di temporalità e priorità potranno in itinere verificarsi eventi che consentiranno anche di modificare le sequenze in esso presenti ma che addurranno miglioramenti dovuti a:

  • Aumento di rapidità nell’esecuzione delle opere (particolari necessità in determinate aree);
  • Aumento dell’efficacia dell’investimento (aree a elevata densità di utenza);
  • Ricadute sui cittadini, imprese e PA (sostegno alla nascita di distretti o loro riconversione, diffusione dei servizi di telemedicina o comunque in ambito sanitario);
  • Interessi coincidenti con la programmazione degli interventi degli operatori privati (principio di sussidiarietà, numero di operatori che si sviluppano in determinato territorio).